«La situazione è molto grave ma purtuttavia non è seria». Ripescare la massima di Ennio Flaiano è l'unico modo per interpretare ciò che succederà oggi alla Regione Puglia, dove il centrodestra - con ogni probabilità - fallirà il suo tentativo di sfiduciare il governatore Michele Emiliano. Ma l'algebra dei numeri e l'alchimia della politica raramente vanno d'accordo.
L'ex pm antimafia è così spaventato da questo appuntamento politico da aver irritualmente e indebitamente rinviato al 10 maggio la sua deposizione in commissione Antimafia sull'infiltrazione della mafia al Comune di Bari - dopo lo scioglimento della municipalizzata Amtab, diventata l'ufficio di collocamento dei clan - per rispondere soprattutto sulla sua sparata: «Qualche anno fa chiesi alla sorella del boss di proteggere Antonio Decaro», allora assessore ai Trasporti e oggi sindaco uscente e candidato alle Europee. Un'affermazione rimaneggiata e rimasticata più volte dai due politici, che Emiliano dovrà chiarire all'Antimafia, si spera.
Il maxi rimpasto sulla giunta invocato da Elly Schlein e Giuseppe Conte è diventato un mini regolamento di conti interno al suo cerchio magico, ma tanto basterà per tenere appiccicati i cocci della sua maggioranza. Il miglior collante sono le poltrone: lo sanno bene i cinque consiglieri grillini che con Conte promettono lealtà per «non offrire il destro alla destra», contrariamente alle indicazioni della vigilia dopo che l'assessore Rosa Barone aveva lasciato gli incarichi. Traccheggiano i tre di Azione: «Sentiamo un odore di presa in giro», dicono Fabiano Amati, Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, che vogliono nella rotazione dei dirigenti promessa loro anche i direttori generali delle Asl, con la delega alla Sanità ancora in mano a Emiliano, crocifisso da Matteo Renzi: «È uno dei peggiori governatori, lo abbiamo criticato sulla Tap, sulla Xylella, sull'Ilva, sulle trivelle. Calenda farà la sua stampella?», si chiede polemicamente l'ex premier.
Il centrodestra con Fratelli d'Italia, Forza Italia, Lega e La Puglia ha 16 seggi su 50. Ne servono almeno 26 ma il traguardo è in salita. Con i due centristi del Misto Massimiliano Stellato e Francesco La Notte siamo a 18, l'ex fedelissimo di Emiliano eletto nella lista «Con» Giuseppe Tupputi è passato a Forza Italia e voterà «no», come plausibilmente faranno i tre consiglieri nei guai giudiziari - Filippo Caracciolo, Salvatore Mazzarano e Anita Maurodinoia (indagata per voto di scambio e corruzione col marito Sandro Cataldo).
A ieri sera i «no» sicuri dovrebbero essere solo 22. Solo dopo il voto di fiducia il necessario rimpasto (ri)entrerà nel vivo. Con i grillini? «Non è all'ordine del giorno», dicono i maggiorenti Cinque stelle. Fino a dopo le Europee c'è tempo, no?
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