Carlo Calenda, il sedicente riformista e liberale, ha cambiato idea sui navigator, una colonna portante dell'«abolizione della povertà» in salsa grillina. In un pomeriggio autunnale costellato dalle solite beghe tattiche tra dem, Terzo polo e Movimento 5 Stelle in vista delle regionali, il leader di Azione se ne è uscito così a mezzo social: «Oggi ho incontrato casualmente un gruppo di navigator e mi sono fermato a parlare con loro - ha premesso - . Sono persone serie e preparate, che sono state usate per una battaglia politica nella quale anche io in passato mi sono fatto trascinare giudicandoli ingiustamente e superficialmente». La rivalutazione dell'assistenzialismo, quindi, come nuovo paradigma di chi, magari non riuscendo a uscire dall'anonimato mediatico dopo l'entrata in Senato (ci raccontano di cronisti poco interessati alle sue mosse in Parlamento), le prova tutte. Poi è persino arrivata una proposta: «Credo che una soluzione potrebbe essere quella di organizzarli in nuclei regionali ANPAL preposti a lavorare con le agenzie private di collocamento...». Con tanti saluti alla sentenza sui «3mila scappati di casa che non hanno mai lavorato» impiegati per «trovare lavoro». Quella che sempre Calenda aveva pronunciato, qualche tempo fa.
Inutile forse sciorinare i dati: a trovare lavoro grazie al reddito - ricordiamo - , è stato soltanto il 20% dei percettori. Di questo 20%, appena il 4% ha utilizzato il canale dei navigator. Gli stessi che sono stati selezionati con un impegno di 808mila euro e che, tra formazione e stipendio, hanno comportato un costo per le casse dello Stato di 180 milioni di euro (nostre tasse). Carlo Calenda tutto questo lo sa ma, con ogni probabilità per tatticismo o situazionismo, cerca il distinguo da Matteo Renzi, che dell'abolizione del reddito di cittadinanza e degli aspetti correlati ne ha fatto una bandiera. Viene da domandarsi se a questo punto ci si debba attendere altre rivoluzioni copernicane, quali un'improvvisa dichiarazione di contrarietà alla Tav. Del resto, chi si sarebbe mai aspettato l'apertura di Calenda, l'antigrillino, a uno dei simboli stessi delle politiche pentastellate?
«La verità è che i loro profili professionali e di studio - ha insistito il segretario azionista - sono superiori rispetto a molte persone che si trovano nei centri per l'impiego. Abbiamo discusso a lungo su come poter usare la loro esperienza senza abbandonarli alla cassa integrazione perenne». Più che una modifica della visione sembra una specie di pentimento.
Era già successo con Emmanuel Macron: dapprima criticato (nel 2019) e poi elevato a modello (dopo la riconferma a presidente della Repubblica francese). Anche Calenda, per dirla con Battiato, è alla ricerca di un navigator per un «centro di gravità permanente» che non gli faccia «cambiare idea».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.