La nuova commissione europea che si sta formando in questi giorni con la definizione delle deleghe da parte di Ursula von der Leyen (foto) potrebbe riservare delle sorprese ed essere più sbilanciata verso destra rispetto a quanto ci si possa aspettare. Sebbene la maggioranza Ursula 2.0 all'Europarlamento sia formata dal blocco Ppe-socialisti-Renew, non sono mancati per la sua elezione alcuni voti anche dal gruppo dei Conservatori dell'Ecr e soprattutto, rispetto alla scorsa legislatura, la composizione del parlamento europeo è più sbilanciata a destra.
Ciò ha influenzato la composizione delle commissioni parlamentari in cui è cresciuta la rappresentanza dei popolari e dei conservatori. È proprio in questa sede che potrebbe verificarsi uno scenario accaduto già negli ultimi due/tre anni, ovvero la formazione di una maggioranza alternativa a quella Ursula nelle commissioni. Ciò si è verificato in particolare in due ambiti, il green Deal e l'immigrazione in cui è prevalso un approccio più pragmatico rispetto all'impostazione portata avanti dal super commissario al green Deal Frans Timmermans (poi dimissionario per candidarsi in Olanda). Non sono mancate nella scorsa legislatura le occasioni in cui si è creata una maggioranza alternativa composta da Ppe-Renew-Ecr e anche Identità e democrazia (oggi il gruppo dei patrioti) per fermare alcune eco-follie rosso-verdi. Come spiega il capo delegazione di FdI al parlamento europeo Carlo Fidanza: «Il fatto nuovo di questa legislatura è che, a fronte di una maggioranza che il 16 luglio ha votato von der Leyen, in aula e nelle commissioni, su ogni provvedimento, ci sarà la possibilità di crearne un'altra che vada dal Ppe verso destra».
Fidanza aggiunge a Il Giornale che «la commissione deve fare i conti con i nuovi numeri nelle commissioni parlamentari in cui le forze alla destra del Ppe insieme ai popolari potrebbero costituire una maggioranza alternativa».
Questo ragionamento diventa ancor più fondato se si considera il principale centro di potere dell'Ue: il Consiglio europeo. La composizione dei capi di Stato e di governo è infatti più sbilanciata verso il centrodestra rispetto alla scorsa legislatura e, oltre ovviamente l'Italia, hanno cambiato orientamento gli esecutivi di Olanda, Portogallo, Lussemburgo, Finlandia, Svezia. Ciò significa che i profili dei commissari indicati dagli Stati membri sono ideologicamente più vicini al mondo popolare e conservatore.
Fidanza precisa che «molto dipenderà dal Ppe, probabilmente nella prima fase di legislatura manterrà una linea più fedele all'attuale maggioranza ma bisognerà vedere quali politiche verranno realizzate dalla Commissione e i popolari potrebbero avere un'alternativa anche in vista delle elezioni in Germania del 2025». Senza dubbio cercare una sponda a destra sarebbe la strada più logica rispetto all'ipotesi di un allargamento a sinistra con i Verdi fautori delle politiche più radicali sul Green deal.
Un primo segnale di apertura da parte di Ursula von der Leyen potrebbe avvenire concedendo a Raffaele Fitto, oltre a una delega di peso, anche la vicepresidenza esecutiva della Commissione. Già l'11 settembre (data in cui dovrà presentare l'elenco completo dei commissari con le relative deleghe) si potranno avere le prime risposte.
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