La Camera boccia la riforma sul presidenzialismo

Con 236 voti a favore, 204 contrari e 19 astensioni sono passato gli emendamenti soppressivi presentati dal M5S contro la riforma sul presidenzialismo presentata da FdI

La Camera boccia la riforma sul presidenzialismo

La Camera ha affossato la riforma sul presidenzialismo presentata da Fratelli d'Italia. Sono, infatti, passati gli emendamenti sopressivi del M5S con 236 voti a favore, 204 contrari e 19 astensioni.

A votare a favore degli emendamenti che hanno sbarrato la strada al presidenzialismo sono state i parlamentari giallorossi di Pd, M5S e LeU, insieme agli ex grillini di Alternativa e alle altre forze minori di centrosinistra, mentre i deputati di Italia Viva si sono astenuti. I 204 contrari, invece, arrivano dal centrodestra che compattamente ha difeso una sua battaglia storica. La riforma targata FdI è, infatti, figlia dell'intuizione politica avuto da Silvio Berlusconi fin dal 1995. Oggi, uno dopo l'altro, sono stati soppressi tutti gli articoli cardine di una riforma che avrebbe dato all'Italia un assetto costituzionale simile a quello vigente attualmente in Francia dove permane la figura del premier, ma il Capo dello Stato viene eletto direttamente dagli elettori.

Giorgia Meloni, parlando in piazza Montecitorio a margine di un flashmob organizzato prima del voto, ha ricordato che il presidenzialismo è"la madre di tutte le riforme per chiunque creda che la sovranità appartiene al popolo" e "per chiunque voglia garantire in Italia governabilità". Il leader di FdI si era detta disponibile a discute anche con la maggioranza, a patto che non votasse a favore dell'emendamento soppressivo dell'intera riforma. Questo appello non è stato accolto. Anzi. Il deputato dem Stefano Ceccanti ha accusato la Meloni di voler "fare propaganda", presentando una proposta di riforma costituzionale a soli 10 mesi dalla fine della legislatura."Per questo noi non abbiamo presentato alcun emendamento, per segnalare che non si diceva no al fine, ma alla scelta dei tempi e dei modi", ha spiegato il deputato del Pd. Per motivi analoghi i renziani si sono astenuti."Non ci sono i tempi per approvare questa riforma. A 11 mesi dalla fine della legislatura e dobbiamo essere seri", ha detto Marco Di Maio, sottolineando il voto l'"atteggiamento di apertura" avuto da Italia Viva in Commissione. "Siamo favorevoli all'elezione diretta del premier o del presidente della Repubblica. Ma serve una riforma organica", ha aggiunto parlando della necessità di trovare i giusti "contrappesi" nel caso di un cambio dell'assetto istituzionale del Paese. Federico Fornaro, capogruppo di LeU, invece, si è scagliato contro "il modello dell'uomo solo al comando" e, pur di attaccare il centrodestra, ha evocato persino il "presidenzialismo russo incarnato da Vladimir Putin".

Durissimo il commento di Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, che ha definito Pd e M5S dei "golpisti bianchi" e ha aggiunto: "Se ci fosse stata l'elezione diretta del capo dello Stato il Partito Democratico, in tutte le sue diverse forme nominalistiche, non avrebbe mai governato". L'esponente di FdI è convinto che, per la sinistra, la democrazia parlamentare, ormai, sia diventata un "cavallo di Troia per assediare Palazzo Chigi". A Rampelli risponde il dem Emanuele Fiano che invita il vicepresidente della Camera a dare "un'occhiata ai numeri" e "si sarebbe accorto che la bocciatura è arrivata per le numerose, ben 42, assenze fra quelli che dovrebbero essere i suo i alleati di Forza Italia e Lega".

Simone Baldelli, vicepresidente dei deputati di Forza Italia, su Twitter, invoca"Ia necessità di uno strumento come la convenzione costituente" per far decollare una"riforma organica della II parte Costituzione che tutti vorrebbero". La forzista Erica Mazzetti parla di "occasione persa", ma ha assicurato che il centrodestra continuerà a battersi per il presidenzialismo.

"L'elezione diretta del Presidente della Repubblica era ed è la risposta, è una scelta di chiarezza, di trasparenza, di partecipazione ed è contenuta nel programma di Forza Italia fin dalla sua fondazione; per questo, seguendo l'esempio di Berlusconi che ha sdoganato questa riforma in Italia, abbiamo votato convintamente a favore e il voto contrario dell'Aula non ci ferma", ha detto la Mazzetti.

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