Milano - È un po' fumantino, a volte agisce sopra le righe e si fa prendere la mano. Però Antonio Azzalini è professionista di livello, un dirigente di lungo corso in Rai, ha tenuto in piedi decine di programmi, tra cui il Festival di Sanremo. E, ieri, nei corridoi Rai, e anche fuori, in molti commentavano stupiti la decisione estrema del suo licenziamento. Azzalini è stato punito per aver fatto partire in anticipo - di ben 45 secondi - il countdown dell'ultimo dell'anno nello show in onda da Matera. Preso dall'entusiasmo della serata di festeggiamenti (si era messo pure a cantare il ritornello vaffanc... insieme a Marco Masini) e dalla voglia di battere in quanto ad ascolti la concorrenza di Canale 5 ha commesso una leggerezza. Certo un fatto grave, che ha danneggiato la Rai e l'ha messa in ridicolo per giorni sui media, ma molto meno grave di tanti episodi accaduti in questi anni e che sono rimasti senza conseguenze. Per alcuni (tra cui anche qualche esponente politico) il capostruttura sarebbe un capro espiatorio, e contro di lui ci sarebbe un accanimento per dare l'esempio del nuovo corso. Altri, invece, sostengono che la sanzione è dolorosa ma giusta. La presidente Monica Maggioni precisa che non si tratta di un «atto dimostrativo» ma di «serietà aziendale». Però, forse, tra il «lascia fare» che ha imperato a viale Mazzini per tanto tempo e il licenziamento, una via di mezzo ci poteva essere. Dai vertici Rai fanno sapere che, in base al regolamento, non c'erano altre possibilità: o sospensione di soli 10 giorni o licenziamento. Il dg Campo Dall'Orto chiosa: «Ottenere qualche punto di share in più a scapito del rapporto fiduciario con i cittadini, anche solo con uno di essi, non è ammissibile». A pesare sulla decisione finale è stata anche la difesa sostenuta da Azzalini che, secondo l'azienda, «è basata su argomentazioni non veritiere ed ulteriormente lesive dell'immagine dell'azienda che, a differenza di quanto da lui affermato, non ha mai attuato la prassi di anticipo dell'orario di Capodanno». Il capostruttura ha fatto sapere che farà ricorso in sede giudiziaria, spiegando di non aver potuto accedere alla documentazione sul suo caso.
Ora i dipendenti si chiedono se la stessa severità verrà applicata a tutti, anche ai dirigenti di recente e futura nomina. Perché a viale Mazzini ormai i tornelli di entrata e uscita girano vorticosamente. A fronte di dirigenti «lasciati» o «invitati» ad andare via o licenziati, ne sono arrivati già 9 nuovi (Gubitosi ne portò una decina, Masi la metà). E, altri ne arriveranno presto. Nel nuovo statuto approvato nell'ultimo Cda una norma fissa un tetto del 5% di dirigenti (sono 252) che possono essere chiamati dall'esterno.
Norma però non retroattiva: dunque Campo Dall'Orto potrà assumere altri 12 o 13 esterni (con contratto a tempo determinato) oltre a quelli che ha già portato in Rai. Una condizione che gli permette, nonostante il nuovo tetto, di azzerare la vecchia classe dirigente e costruirne una a sua completa scelta, dato che il nuovo statuto gli conferisce potere totale sulle nomine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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