Caos Libano, l'ipotesi del ritiro dei militari italiani

Crosetto: "Se c'è pericolo via al rimpatrio". Nel Paese 1.100 granatieri con compiti di peacekeeping

Caos Libano, l'ipotesi del ritiro dei militari italiani
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Mentre sale la tensione tra le Israeli Defence Forces e le milizie Hezbollah lungo la «Blue Line» che segna il confine provvisorio tra Israele e Libano, un razzo ha colpito ieri il quartier generale della Missione dell'Onu nel sud del Libano (Unifil) a Naqoura di cui fanno parte 10.000 caschi blu di 49 diverse nazionalità di cui l'Italia è il principale contributore dopo Indonesia e India, Nepal, Malaysia, Ghana, Spagna e Francia.

«Stiamo verificando da dove è stato lanciato. I nostri caschi blu non erano nel sito al momento, fortunatamente nessuno è stato ferito» recita un comunicato del comando della missione dell'Onu a cui prendono parte anche 1.103 militari italiani che riferisce «Ci sono stati impatti su entrambi i versanti della Linea. Continuiamo a impegnarci con le autorità di entrambe le parti della Linea per una de escalation della situazione ma malgrado i nostri sforzi l'escalation militare continua». E ancora si legge: «Ricordiamo a tutte le parti coinvolte che attacchi contro i civili o contro il personale Onu sono violazioni del diritto internazionale che possono essere considerati come crimini di guerra», conclude il comunicato. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, assicura che il suo ministero e il governo «mantengono la situazione sotto controllo, monitorando ogni minuto l'evolversi delle cose. E qualora ci fossero pericoli come quelli che hanno determinato la mia scelta di far rientrare in Italia i carabinieri della missione addestrativa di stanza a Gerico, verrà fatta la stessa cosa.

Se i nostri contingenti fossero in pericolo osserva il titolare della Difesa la scelta sarebbe scontata, anche perché i nostri militari sono in Libano con regole di ingaggio molto chiare che non prevedono né la preparazione né l'attrezzatura per qualcosa di diverso da Unifil, che è un'operazione di monitoraggio».

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