Sarà un Ramadan senza tregua, nonostante gli sforzi incessanti per arrivare a un accordo tra Israele e Hamas. L'esercito israeliano si dice pronto «per ogni scenario possibile. In tutti i teatri». E non mancano i rischi anche per l'Italia, ora che tutta la regione vive le conseguenze del conflitto nella Striscia di Gaza. I miliziani yemeniti Houthi, alleati di Hamas nel blocco della «resistenza» contro Israele, hanno rivendicato il lancio di 37 droni e missili contro «un certo numero di cacciatorpedinieri Usa nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden». Gli Usa hanno spiegato di averne abbattuti almeno 28, senza danni, i britannici due. A chiamare in causa il nostro Paese è il vice capo per i rapporti con i media del gruppo sciita, Nasr al-Din Amer, che in un'intervista all'AdnKronos definisce «inaccettabile» l'operazione condotta nei giorni scorsi dal cacciatorpediniere Caio Duilio della Marina militare (un drone abbattuto nello Stretto di Bab al-Mandab) e avverte l'Italia che «mettersi a protezione delle navi israeliane e americane» espone il nostro Paese a rischi e «minaccia la sicurezza delle sue navi in futuro». Se l'Italia diventerà un obiettivo «lo si vedrà in base agli sviluppi - dicono gli Houthi - Poi decideremo».
La tregua di inizio Ramadan non c'è, ma si lavora senza sosta per arrivarci. Il Qatar starebbe minacciando di espellere i leader di Hamas che vivono in autoesilio nel Paese, tra cui Ismail Haniyeh, se rifiuteranno ancora un cessate il fuoco temporaneo. Il capo del Mossad avrebbe incontrato venerdì il numero uno della Cia in un Paese della «regione», ma vertici militari e Shin Bet hanno già approvato i piani anche per proseguire il conflitto. Il mese sacro dei musulmani comincia stasera, con i timori per la guerra che prosegue a Gaza e possibili tensioni alla Spianata delle moschee di Gerusalemme, anche se Israele ha assicurato libertà di culto e nessuna ulteriore restrizione. Per il Mossad, il gruppo islamista «sta irrigidendo la sua posizione e cerca di infiammare la regione durante il Ramadan a spese dei civili palestinesi». E a spese dei cento ostaggi vivi ancora in mano agli integralisti. I familiari avrebbero ricevuto ieri segnali di vita, ma Hamas ha annunciato la morte di 4 di loro. A Gaza si contano quasi 31mila vittime e decine di morti per malnutrizione e ieri un raid israeliano ha ucciso 10 persone, tra cui una neonata a Nuseirat e 20 terroristi a Khan Yunis. Il Papa parla di «guerra tra due irresponsabili». Per aiutare i civili, partirà da Cipro un corridoio marittimo a cui partecipano Ue, Stati Uniti, Regno Unito ed Emirati arabi. A salpare per prima dal porto di Larnaca sarà la Ong spagnola Open Arms. Questione di ore. «Ma ci sono cose da chiarire - ha spiegato il governo dell'isola - e non si possono escludere incidenti. Si tratta di una zona di guerra».
Da Ankara, il presidente turco Erdogan torna ad attaccare Benjamin Netanyahu. Lo definisce «come Hitler, Mussolini e Stalin» ed esprime fermo supporto a Hamas: «Non è una organizzazione terroristica, ma di resistenza». Il premier israeliano replica: «Non accetto prediche morali da Erdogan».
Ma in patria ieri nuova manifestazione a Tel Aviv per chiedere elezioni, mentre l'Unrwa (l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi), secondo l'iraniana Irna, avrebbe denunciato torture contro il proprio staff, a cui Israele avrebbe fatto confessare connivenze con Hamas.
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