Il capo della Cia, William Burns, torna al Cairo per l'ennesima volta per incontrare una delegazione egiziana e dare inizio a un nuovo round di negoziati nella speranza di raggiungere un accordo di tregua nella Striscia di Gaza dopo l'apertura di Hamas, che si è detto disponibile a un'intesa anche senza la condizione della fine del conflitto. Ma l'impresa è ardua, la tensione tra le parti resta ancora alta, con Hamas che è tornato ad accusare ieri il premier israeliano Benjamin Netanyahu di porre «ulteriori ostacoli ai negoziati». Il gruppo estremista chiede ai mediatori di intervenire contro «manovre e crimini» del leader israeliano, accusato di «intensificare l'aggressione» con lo sfollamento forzato della popolazione della Striscia e di «guerra psicologica» contro i palestinesi. Hamas chiede inoltre il «pressing» della comunità internazionale per «fermare il genocidio». Nella Striscia i morti sono ormai oltre 38mila.
Quello del movimento islamista è l'ostacolo principale ma altri si sommano lungo la via per la liberazione degli ostaggi. Il ministro delle Finanze israeliano, l'esponente di estrema destra Bezalel Smotrich, ha avvertito che non prenderà parte ad alcun accordo con Hamas e ha minacciato ancora una volta la spaccatura del governo Netanyahu. Intervenendo a un incontro del partito sionista religioso e posando con una foto del leader di Hamas, Yahya Sinwar, Smotrich ha detto: «Non parteciperemo a un accordo per arrenderci ad Hamas. Questo accordo rappresenta una sconfitta e un'umiliazione per Israele e una vittoria per Sinwar. Condannerà a morte 90 rapiti che non fanno parte dell'accordo e provocherà l'omicidio di migliaia di persone che moriranno nel prossimo massacro».
A pressare sul governo israeliano ci sono i parenti degli ostaggi. In un comunicato i familiari dei rapiti hanno chiesto a Netanyahu di posticipare il suo intervento al Congresso americano - in programma il 24 luglio - sino alla firma dell'accordo. E al Cairo si svolgono in queste ore anche colloqui tra Israele, Egitto e Stati Uniti per la apertura del valico di Rafah, in modo da prevenire i traffici di armi attraverso il confine tra Egitto e Gaza.
La guerra continua nella Striscia, dal sud di Rafah al nord di Gaza City. L'esercito israeliano avanza nelle zone meridionali e occidentali della principale città della Striscia.
Il quotidiano Haaretz intanto riferisce, tramite testimonianze fra soldati e ufficiali, che durante le prime ore dell'attacco terroristico del 7 ottobre nel Sud di Israele, le truppe dell'esercito hanno ricevuto l'ordine di impedire il rapimento di soldati con ogni mezzo, anche sacrificando la vita dei militari o dei civili.
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