"Carenza di piastrine per una patologia" Nas a caccia di prove sulla fine di Camilla

La 18enne morta dopo AstraZeneca era ad alto rischio. Perché nessuno se n'è accorto?

"Carenza di piastrine per una patologia" Nas a caccia di prove sulla fine di Camilla

Soffriva di piastrinopenia Camilla Canepa, la diciottenne di Sestri Levante morta a Genova 16 giorni dopo essersi iniettata la prima dose di AstraZeneca. Una malattia autoimmune della coagulazione, che provoca la distruzione o la ridotta produzione di piastrine circolanti nel sangue. Una patologia poco diffusa (tra 1,6 e 3,9 casi ogni 100mila abitanti all'anno) ma non così rara da non poter essere presa in considerazione e sconsigliare una vaccinazione con il siero anglo-svedese. Qualcuno in un momento della trafila sanitaria durata oltre due settimane si sarebbe dovuto allarmare e cambiare cil corso della storia finita male, malissimo.

La certezza è che la morte di Camilla si sarebbe potuta evitare. I dubbi sono le corone di un rosario. Nessuno poteva sconsigliarle quella gita all'open day genovese con cui lei sperava - come molti giovani - di riconquistare la libertà e programmare un'estate senza ansie da virus? E le procedure di accettazione al centro vaccinale hanno tenuto conto della patologia? I genitori, che erano a conoscenza della patologia della ragazza, peraltro di origine familiare, non ha avuto nessun dubbio nel far vaccinare con AstraZeneca la giovane? E quando la ragazza, giorni dopo il vaccino, si è sentita male e si è recata al pronto soccorso, nessuno ha pensato alla piastrinopenia? E una volta in ospedale, è stata sottoposta agli esami per accertare la quantità di piastrine presenti nel sangue?

Domande a cui cercheranno di rispondere i pm genovesi Stefano Puppo e Francesca Rombolà, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Pinto, che hanno aperto un fascicolo a carico di ignoti inizialmente per atti non costituenti reato e ora per omicidio colposo. I magistrati del capoluogo ligure hanno ordinato ai carabinieri del Nas di acquisire le cartelle cliniche di Camilla oltre all'anamnesi relativa alla vaccinazione effettuata il 25 maggio scorso. Nell'anamnesi patologica remota stilata nel primo ospedale di arrivo della ragazza, a Lavagna, sarebbe stata segnalata la presenza di una cisti ovarica e di una piastrinopenia autoimmune familiare mentre in quella farmacologica sarebbe emersa l'assunzione di una terapia ormonale con due farmaci, uno a base di estrogeni e l'altro a base di progestinici. Il direttore generale della Asl Quattro Chiavarese, Paolo Petralia, ha chiesto una relazione alla direzione sanitaria dell'ospedale di Lavagna, che ha ascoltato i medici presenti al pronto soccorso nelle due occasioni in cui Camilla si è presentata. La prossima settimana due docenti di Pavia, Luca Tajana e Franco Piovella, svolgeranno l'autopsia sul corpo, da cui sono stati espiantati cinque organi che la famiglia di Camilla ha deciso di donare per non rendere solo un pozzo di dolore la morte della giovane.

Camilla si era vaccinata il 25 maggio approfittando di un affollato open day destinato ai più giovani. Qualche giorno dopo aveva iniziato a soffrire di forti cefalee e di fotofobia, sintomi strettamente correlati alla sua patologia. Si era quindi recata al pronto soccorso di Lavagna, da cui era stata rispedita a casa; e una seconda volta il 5 giugno, quando presentava anche un deficit motorio e i medici avevano disposto il ricovero nel più attrezzato ospedale San Martino di Genova. Qui Camilla due giorni fa è stata colpita da una trombosi che l'ha uccisa. Angelo Gratarola dell'agenzia ligure sanitaria, responsabile dei pronto soccorso della Liguria, assicura che il protocollo del ministero della Salute prevede che in caso di Vit (trombocitopenia indotta da vaccino) «la prima cosa che si fa è controllare se le piastrine sono basse». Ma non è chiaro se questa procedura sia stata seguita per Camilla.

Il San Martino è l'ospedale in cui lavora come infettivologo Matteo Bassetti. Che precisa come Camilla sia morta «in seguito al vaccino» e non «per il vaccino».

«Non è stato verificato alcun nesso casuale», dice. Bassetti ieri ha dichiarato il suo reparto Covid-free, senza più pazienti positivi al virus. Una beffa del destino nell'ospedale in cui Camilla ha smesso di avere un futuro.

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