Beirut Gli sforzi internazionali per rimuovere il mega-container dalle dimensioni di un grattacielo che, «arenato come una balena», blocca il Canale di Suez in Egitto si sono intensificati. Ma ancora senza successo. Il tempo stringe perché l'ingorgo sta devastando il commercio globale. Una flottiglia di rimorchiatori, draghe e scavatori lavorano senza sosta nel tentativo di spostare l'Ever Given, e ieri mattina hanno cercato di sfruttare l'alta marea. Niente.
La compagnia di navigazione taiwanese Evergreen, che gestisce la portacontainer arenata, ha annunciato che due squadre di soccorso provenienti da Giappone e Paesi Bassi sono in arrivo per aiutare le autorità egiziane a creare un «piano efficace» per rimettere in carreggiata il cargo. L'armatore giapponese Shoei Kisen Kaisha ha spiegato che «ci troviamo di fronte a difficoltà estreme». L'azienda si è poi scusata «sinceramente» per aver causato «una grande preoccupazione alle navi presenti nel canale di Suez e a quelle che hanno intenzione di attraversarlo». Poi ha confermato che: «Nessun ferito dell'equipaggio e nessuna perdita di carburante sono state rilevate». Nel frattempo, il blocco sta creando lunghe code nel corso d'acqua.
Un percorso alternativo, intorno al Capo di Buona Speranza, sulla punta meridionale dell'Africa, può richiedere almeno due settimane in più. Ma anche se l'Ever Given fosse stata messa in condizione di percorrere la sua rotta rapidamente, il proprietario e gli assicuratori avrebbero dovuto far fronte a richieste di risarcimento per un totale di milioni di dollari per i ritardi e i costi aggiuntivi accumulati da altre società. Mercoledì i prezzi globali del greggio sono aumentati di oltre il 6 per cento, sebbene siano leggermente diminuiti ieri. L'atmosfera è di incertezza. Nessuno sa esattamente quando le cose torneranno alla normalità. Il canale è congestionato. Decine di navi attendono di riprendere il loro viaggio. Le imbarcazioni in ritardo non sono solo navi portacontainer, ma petroliere e navi che trasportavano rifornimenti di grano.
Secondo il quotidiano finanziario Bloomberg, Ever Given, sta bloccando un traffico marittimo giornaliero dal valore di 9,6 miliardi di dollari. Inoltre, l'incidente avrebbe messo in attesa circa 185 navi ma sarebbero in totale quasi 300 se si contano anche quelle che hanno indicato Suez nel loro itinerario di viaggio. Smit Salvage, l'azienda che sta cercando di liberare Ever Given, è la stessa che si è occupata del salvataggio della Costa Concordia, naufragata al largo dell'isola del Giglio nel 2012. Peter Berdowski, amministratore delegato di Royal Boskalis, società che ha acquisito Smit Salvage nel 2010, ha dichiarato che l'operazione potrebbe richiedere «giorni o addirittura settimane». Intervistato in un talk show, Berdowski ha paragonato la Ever Given, lunga 400 metri e con una capacità di 220mila tonnellate, a «una balena molto pesante arenata sulla spiaggia».
Nel 2017, una nave portacontainer giapponese ha bloccato il canale dopo essersi arenata a seguito di problemi meccanici. Le autorità egiziane hanno schierato rimorchiatori e l'imbarcazione è stata rimessa a galla in poche ore. Ma il Canale di Suez è ancora ricordato per essere stato al centro di una crisi internazionale nel 1956 dopo che il presidente egiziano Gamal Abdel Nassar nazionalizzò il canale, precedentemente di proprietà britannica e francese. La mossa ha portato a un'invasione che ha comportato l'umiliazione delle potenze dell'Europa occidentale.
Il conflitto, durato appena otto giorni, segnò la fine delle ambizioni globali delle potenze coloniali europee e l'affermazione di Israele come potenza militare del Medio Oriente. E rese indiscutibile che le due superpotenze globali erano diventate gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica.
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