Caro bollette, si va verso un autunno caldo. Il piano del centrodestra contro i veti di Pd-5s

Fi, Lega e Fdi preparano l'autosufficienza con il nucleare. Solo "no" a sinistra

Caro bollette, si va verso un autunno caldo. Il piano del centrodestra contro i veti di Pd-5s

Una delle priorità che dovrà affrontare il prossimo governo appena insediato sarà il caro energia che, per quanto già da mesi rappresenti un grave problema per famiglie e imprese, è destinato a peggiorare con l'arrivo dell'autunno. Ne sono consapevoli i partiti che hanno dedicato nei loro programmi una particolare attenzione al tema e, pur partendo da domande condivise, sono arrivati a soluzioni differenti.

I principali argomenti di dibattito connessi alla tematica energetica sono il nucleare, il rigassificatore, la trivellazione e la transizione ecologica. Il centrodestra si è espresso in modo chiaro sostenendo la necessità di una «autosufficienza energetica» e, nel punto 11 del programma della coalizione, c'è scritto: «è possibile il ricorso alla produzione energetica attraverso la creazione di impianti di ultima generazione senza veti e preconcetti, valutando anche il ricorso al nucleare pulito». Sul nucleare pulito punta molto Matteo Salvini: «L'Italia è l'unico dei grandi Paesi al mondo che dice no al nucleare per ideologia, non per scienza. Nell'arco di 7 anni, quelli necessari a costruire una centrale nucleare potremmo produrre energia a minor costo rispetto a quella di oggi».

Anche Silvio Berlusconi ha dichiarato senza giri di parole: «Riprenderemo in mano la ricerca sul nucleare di quarta generazione, come tutta l'Europa ha deciso di fare: la ricerca che ci potrà dare in futuro energia pulita e sicura in grande quantità».

Sulla necessità di un'autonomia e sovranità energetica si è espressa invece Giorgia Meloni affermando l'urgenza di diversificare gli approvvigionamenti energetici. Anche il terzo polo è favorevole al nucleare e in numerose occasioni Calenda ha dichiarato in modo netto: «Perché altrimenti è impossibile ottenere l'obiettivo zero emissioni«.

Tema caro al Partito Democratico è quello dei rigassificatori «il cui ricorso appare necessario ma a condizione che essi costituiscano soluzioni-ponte, che rimangano attivi solo pochi anni e che possano essere smobilitati ben prima del 2050». Diversa la posizione dei verdi di Angelo Bonelli che, dopo l'alleanza con la sinistra radicale di Fratoianni, hanno dichiarato: Noi continueremo a dire molti NO, ma non siamo quelli dei NO». In realtà, leggendo i contenuti del loro programma, i no sono numerosi e, oltre al nucleare, la «abolizione dei sussidi fossili», l'«abolizione della caccia», il no ai termovalorizzatori mascherato dalla formula «termovalorizzazione solo come soluzione di ultima istanza».

Una contrarietà ai termovalorizzatori condivisa dal Movimento Cinque Stelle a partire dal caso di Roma, d'altro canto i grillini sono gli stessi che si erano schierati contro la realizzazione del gasdotto Tap.

Ancora una volta sui temi ambientali ed energetici si scontrano due visioni: una pragmatica e propositiva, una utopica e disfattista. Mai come in questo momento di crisi energetica è necessario offrire risposte e soluzioni, non c'è più tempo per i no.

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