Cartabia, restano i nodi su Csm e porte girevoli

Maggioranza divisa sulla riforma: si tratta ad oltranza. Oggi il parere della ministra

Cartabia, restano i nodi su Csm e porte girevoli

Doveva essere la «maratona» definitiva, ma tra le 10 di mattina e le 15 di pomeriggio nel vertice di maggioranza con Marta Cartabia si è discusso di tutto fuorché dei punti dolenti della riforma. Quando si è arrivati all'articolo 10, sulla separazione delle funzioni tra giudici e pm, subito si è accantonato.

Oggi la riunione tra la ministra della Giustizia e i rappresentanti dei partiti di governo riprenderà alle 9, sempre alla Camera, finché alle 13 inizieranno i voti in commissione sui primi 11 articoli. Ma sui punti nevralgici, in testa legge elettorale del Csm e appunto il numero di passaggi tra giudicanti e requirenti, l'accordo sembra ancora lontano.

Delusa la Lega, che sperava nella mediazione sui collegi, se non i candidati, estratti a sorte per mantenere un effetto sorpresa, proposta dalla Guardasigilli sulla base di un emendamento a firma Giulia Bongiorno. «Non si vede la luce - confessa Roberto Turri, dopo l'incontro-, per ora sui temi divisivi il governo rimane fermo sulle sue posizioni».

Anche Cosimo Ferri dice che «Iv non è soddisfatta e non ci sono grandi aperture sui nodi cruciali, come sorteggio temperato e fuori ruolo, che si vogliono limitare solo per i magistrati ordinari e non per quelli amministrativi, mentre sulle porte girevoli politica-magistratura si vogliono tutelare alcune posizioni amministrative che hanno in realtà ruoli politici significativi».

Pierantonio Zanettin, di Forza Italia, spiega che è stato un incontro «interlocutorio, molti temi sono ancora sul tappeto, non solo quello del sistema elettorale, ma anche quello delle porte girevoli e non è detto che nella prossima riunione (oggi, ndr) si arrivi ad un accordo». Fi insiste sul sorteggio temperato dei candidati togati al Csm, prima indicazione anche di Lega e Iv, malgrado i dubbi di costituzionalità della ministra. I collegi estratti a sorte per Zanettin non sono «una soluzione».

Più ottimista Enrico Costa di Azione, che parla di «riunione positiva e passi avanti importanti, anche per un clima costruttivo, perché tutti hanno la consapevolezza che non ci può essere una riforma timida, ci vuole una riforma coraggiosa». Sulle porte girevoli spiega che «non si rientra nell'attività giurisdizionale se si è stati eletti o comunque designati all'interno di giunte regionali o di incarichi di governo». Per Federico Conte di Leu «è stata trovata la quadra su molte questioni, ma rimangono nodi come la separazione delle funzioni e il sistema elettorale». Tra gli ostacoli superati, quello sul voto degli avvocati nei consigli giudiziari per le valutazioni di professionalità delle toghe, molto avversato dal Csm, sul quale è stato trovato un accordo: avverrà previa delibera del consiglio dell'ordine locale e non sarà dunque espressione personale.

La Cartabia e il sottosegretario azzurro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto mostrano il volto dialogante del governo ma ancora c'è da fare molta strada.

Sono attesi i pareri della ministra sui punti chiave e il centrodestra fa fronte comune con Iv nel respingere un'eventuale voto di fiducia e il tentativo di esaurire il confronto a Montecitorio, facendo partecipare alle riunioni anche dei senatori, per rendere solo formale il passaggio a Palazzo Madama. «La stessa ministra - commenta l'ex magistrato Carlo Nordio - ha ammesso che le sue riforme ideali sarebbero altre, ma che deve venire a patti con le forze politiche».

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