Era sul letto, con le mani e i piedi legati, uccisa a quanto pare dal fumo mentre la sua casa dove viveva in Argentina bruciava. Emilia Carlomagno aveva 77 anni ed era una pensionata italiana, di origini molisana, precisamente di Agnone, in provincia di Isernia, che viveva a Quilmeña di San Francisco Solano, nella provincia di Buenos Aires dal 2005. Ed è nel sobborgo argentino che è stata trovata morta lo scorso 11 agosto, anche se soltanto ora sono stati informati i suoi parenti in Italia dalle autorità.
I vigili del fuoco, chiamati dai vicini verso le quattro del mattino, hanno dato l'allarme dopo essere riusciti finalmente a spegnere l'incendio scoppiato nella casa dove la donna, che era vedova e non aveva figli, viveva da sola, mentre la sorella e la nipote vivono nella capitale argentina. Sono state loro a dire agli investigatori - che indagano per omicidio aggravato e hanno messo i sigilli alla casa per evitare che qualcuno possa introdursi all'interno e falsificare eventuali prove - che apparentemente in casa non è stato rubato nulla.
Inoltre sembra che nessuna delle porte dell'appartamento sia stata forzata. Pare infatti che l'aggressore sia entrato da una porta laterale o da un terrazzo. Dettagli che non fanno pensare ad una rapina finita male, seppure gli investigatori al momento non escludano alcuna ipotesi.
Anche la pista di una vendetta personale viene considerata improbabile perché la donna, che possedeva una delle proprietà più importanti della zona, era benvoluta e conosciuta da tutti e aveva un buon rapporto con i vicini. La sorella ha riferito ai media locali che la 77enne non aveva problemi con nessuno e che non c'erano sospetti sul fatto che qualcuno volesse fargli del male. Non si esclude però l'ipotesi che ad uccidere la pensionata possa essere stata una banda, che agiva tempo fa proprio nella zona dove è stato commesso il delitto, che esercitava pressioni per indurre i proprietari a vendere le proprie abitazioni.
Dai primi accertamenti è emerso anche un elemento considerato importante dagli investigatori: i vicini di casa hanno riferito che una settimana fa qualcuno aveva tentato di introdursi nella casa della Carlomagno e che in quella circostanza il suo cane era stato avvelenato, forse un avvertimento o una minaccia. Al vaglio del team che indaga, guidato dal pubblico ministero Jorge Saizar, dell'Unità investigativa di Quilmes, ci sono le immagini delle telecamere di sicurezza presenti nella zona per accertare la presenza di soggetti sospetti.
L'allarme per l'incendio è stato dato nel cuore della notte - hanno riferito i media argentini - quando il rogo aveva già praticamente distrutto ogni cosa. Soltanto nel momento in cui i vigili del fuoco sono riusciti a spegnere l'incendio della casa si sono trovati di fronte una scena agghiacciante.
In camera c'era disteso sul letto il corpo senza vita e ormai quasi completamente carbonizzato di Emilia Carlomagno, di cui i soccorritori conoscevano già il nome perché erano stati allertati dai vicini, con le mani legate da un maglione e i piedi con una coperta. Un dettaglio che rende più fitto il mistero intorno a questo delitto.
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