I contagi da Covid sono impennati (83.555 quelli di ieri, contro i 24.747 del giorno precedente). E in proporzione sono anche aumentati di 162 pazienti i ricoveri in ospedale, e del 3% i casi in terapia intensiva. La gente è tornata a fare i tamponi: ieri un autentico boom che non si registrava da tempo, con 616mila test in più.
É la quinta ondata di Covid, declinata sulla variante Omicron 5, velocissima a passare da un individuo all'altro, evidente nei sintomi iniziali ma meno grave rispetto alle varianti che l'hanno preceduta. Gli infettivologi chiedono di ritornare all'uso della mascherina perchè, spiega il direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) Massimo Andreoni, «in luglio e agosto la circolazione del Covid salirà ancora. Se prima nel pronto soccorso del mio ospedale arrivano 4-5 pazienti positivi al Covid, oggi ho 14 persone. Quindi qualcosa è accaduto, i numeri sono elevati e quando sono così alti aumentano anche i decessi e i ricoveri. Stabilire quanto durerà non è facile, ma certo non è una ondata che sarà fermata dal caldo».
Smussa gli allarmismi il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri (nella foto): «Questa ondata - calcola - come tutte quelle che l'hanno preceduta, avrà una durata variabile tra i 40 e i 60 giorni e poi andrà a esaurirsi. Tra 2 o 3 settimane i casi inizieranno a diminuire, così come sta già avvenendo in altri Paesi europei, come il Portogallo, dove questa ondata è iniziata prima che in Italia. Nella fase attuale, dunque, bisogna essere attenti, ma senza eccessi di preoccupazione».
Consiglia prudenza anche il ministro alla Salute Roberto Speranza, ben consapevole che la partita non sia finita. «Come dimostrano anche in numeri di questi giorni, siamo ancora dentro questa sfida. Non dobbiamo sentirci fuori. Dobbiamo avere ancora un atteggiamento di consapevolezza, di prudenza, pur in un tempo nuovo - ha precisato - perché è oggettivo che siamo in una fase diversa e abbiamo strumenti che un anno fa sognavamo».
A parte l'uso delle
mascherine «secondo coscienza», uno dei primi passi da fare per evitare che il virus ci metta nuovamente in ginocchio è vaccinare con la quarta dose i più anziani e fragili: finora solo il 18% ha chiesto la vaccinazione.
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