Casini si autocandida con un post da ex Dc. E le quotazioni salgono

Rompe il silenzio mediatico con una foto di un comizio da ragazzo. Si tiene pronto

Casini si autocandida con un post da ex Dc. E le quotazioni salgono

Eccolo lì, autopromosso con una foto d'epoca assolutamente appropriata: Pierferdinando Casini pubblica su Instagram l'immagine di se stesso poco più che adolescente, su un palco sovrastato da uno slogan lunghissimo sull'impegno per una nuova o migliore società.

È notevole perché in genere non si sono viste molte fotografie di giovani democristiani ai tempi dell'Italia spaccata fra Don Camillo e Peppone ed è notevole che oggi il sessantaseienne Casini, dopo un lungo e prudente silenzio, pubblichi un'immagine che subito genera voti in aula. Pochi, ma un segno di ricezione, semi che matureranno. Si tratta ovviamente di una piccola e minimalista operazione pubblicitaria, ma discreta e positiva.

Certo, il giovane Casini di allora facendo veramente politica ha imparato a percorrere tutti i sentieri e le strade larghe della politica, dai tempi di Aldo Moro, da quelli nel governo Berlusconi ai nuovi tempi un po' di sinistra: se non l'avesse recuperato il Partito democratico difficilmente Casini ce l'avrebbe fatta a restare in Parlamento (di cui è ormai un decano) e una volta conquistato il seggio si è dedicato ad apparire se non neutrale, almeno bipartisan.

Ha intrapreso in modo accorto, e secondo molti vincente, la carriera del candidato perfetto, quello che non si espone, non divide, non si fa coinvolgere in alcun confronto divisivo.

Casini ha scelto da tempo la politica estera come campo d'azione e devo dire di essere stato sempre d'accordo con lui quando eravamo deputati insieme e che è un uomo che studia e cerca, con successo, di non farsi nemici.

Ed effettivamente non ha nemici, senza usare l'ipocrisia come arma.

Esiste in Parlamento una pattuglia di grandi elettori che sono pronti a convergere su di lui, se e quando arrivasse il momento giusto, cioè dopo che i candidati maggiori sono stati bruciati. In questo rito del rogo che brucia persone spesso degnissime, è sempre difficile rintracciare una qualsiasi logica perché c'è sempre un secondo fronte di trattativa che nasconde quello che sempre reale e in evidenza. Casini ha voluto con il suo post su Instagram andare in messaggio semplificato e rassicurante: io sono un centrista cattolico che, non avendo mai diviso, posso unificare. Che cos'altro dovrebbe suggerire quella foto in cui si vede un bel giovanotto che ha la stessa posa emiliana comune, per esempio, a Gianni Morandi e a tanti altri e che consiste in un modo pratico e accomodante di porsi e affrontare la politica oltre che la vita. Dunque, registriamo questo fatto che per ora è (quasi) marginale.

Casini, che è stato per molti anni uno dei tre alleati organici dei governi Berlusconi insieme a Bossi e Fini e che adesso appare (appare soltanto) come un esponente di una sinistra moderatissima coccolata dal PD, e che ha cominciato la sua ascesa solitaria seguendo le regole della House of Cards: e cioè evitando esposizioni dannose, restando sociale e socievole (molte chiacchiere in Transatlantico e racconto di aneddoti dei tempi della Prima Repubblica) ma con un occhio attentissimo all'evoluzione delle trattative.

Di più non sappiamo ma ci sembra evidente che se Casini ha pubblicato una foto che nella falsa calma piatta di queste ore è diventata un evento, vuol dire che sta cominciando la sua accelerazione sulla quale è inutile esercitarsi in pronostici.

Potrebbe essere riconosciuto come il famoso candidato condiviso, che tutti dicono di cercare anche se probabilmente non è così. La più minacciosa arma emiliana è la simpatia: non quella generica ma quella specifica che serve per spianare la ghiaia e far scivolare la boccia vicino al pallino andando a punto e mai a scassare. Da tener d'occhio.

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