Cautela di Bankitalia sul Pil: "Economia frenata dai tassi"

Via Nazionale conferma le stime per il 2024 al +0,6%. Ma avverte: "L'inflazione è allo 0,8%, la Bce si muova"

Cautela di Bankitalia sul Pil: "Economia frenata dai tassi"
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La cura della Bce funziona perché l'inflazione in Italia è crollata allo 0,8% ma l'economia soffre. È questa la sintesi del Bollettino trimestrale della Banca d'Italia da cui traspare chiaramente il pensiero del governatore Panetta secondo cui Francoforte deve stringere i tempi per l'allentamento monetario. «Dopo la moderata espansione del primo trimestre di quest'anno, il Pil ha continuato a crescere in misura contenuta in primavera», si legge. Un miglioramento, osserva via Nazionale, sostenuto ancora dai servizi, in particolare del turismo, che si avvantaggia del buon andamento della spesa dei viaggiatori stranieri. Per contro l'attività si è ridotta nelle costruzioni e nella manifattura. Dal lato della domanda, «all'ulteriore espansione delle esportazioni e alle indicazioni positive sui consumi si associa un quadro meno favorevole per gli investimenti». Il Pil è atteso in aumento dello 0,6% nel 2024, dello 0,9 nel 2025 e dell'1,1% nel 2026. Il consensus economico stima comunque un +0,8% per i 12 mesi. Numeri che avevano indotto, nella stessa occasione, il ministro dell'economia Giorgetti a definire alla portata l'obiettivo dell'1% scritto nel Def.

Sulla linea prudente di Banca d'Italia (Panetta ha sempre sconsigliato di non lasciarsi andare a un «eccessivo ottimismo») è anche Confindustria. Nella sua congiuntura flash non fornisce numeri ma avvisa che si tratta di una «crescita lenta». E Confcommercio in un suo rapporto stima un magro +0,1% nel secondo trimestre ma con un +0,9% nell'intero anno. Molto dipenderà dai mesi estivi, grazie al comparto turistico e dei servizi: la spinta al Pil è demandata a questi fattori esogeni. Se infatti le presenze record di stranieri (oltre ai turisti nazionali) e la conseguente crescita della spesa fanno ben sperare, la manifattura del nostro paese prosegue nella sua flessione. L'industria, rilevano gli esperti di Viale dell'Astronomia, «prosegue il calo (nonostante il recupero di maggio)» ed ha «prospettive fiacche» con un rischio di frenata per gli investimenti che fino a ora erano stati in aumento. Fra gli elementi negativi la fine del Superbonus e la situazione non rosea dell'economia di Germania e Francia (circostanza messa in rilievo anche da Bakitalia), con i quali il nostro interscambio è molto forte. Gioveranno invece il Pnrr e le misure industria 5.0. In chiaroscuro il fronte del credito. Il taglio dei tassi Bce sta avvenendo a un ritmo più lento: il peso del debito sulle imprese resta quindi elevato e la ripresa dei finanziamenti, in calo da diversi mesi, non è ancora all'orizzonte con conseguenze anche sul mercato immobiliare. Segnali positivi, concordano un po' tutti, arrivano poi dai consumi. L'aumento dell'occupazione e soprattutto il calo dell'inflazione che in Italia è sotto la media Ue e ben al di sotto dell'obiettivo del 2%, hanno fatto risalire il potere d'acquisto delle famiglie. Queste, secondo le stime della Banca d'Italia, hanno proseguito nel recupero dei consumi dopo la debacle del 2023, seppure con moderazione ricominciando, allo stesso tempo, a mettere da parte dei risparmi. L'unico fattore realmente negativo è rappresentato dall'aumento dei prezzi nel settore turistico.

«Anche per effetto della ripresa della domanda, dall'estate del 2022 l'inflazione relativa alle attività turistiche (alloggi, ristoranti, pacchetti vacanze e trasporti) è stata nettamente superiore a quella media dei servizi», spiegano gli esperti di via Nazionale.

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