Un momento di paura per la salute di Silvio Berlusconi, per fortuna passato in fretta. La segreteria del Cavaliere ieri ha fatto sapere che venerdì scorso, durante l'atterraggio a New York, l'ex premier ha avuto un lieve malore che ha spinto il medico al suo seguito, il fidato Alberto Zangrillo, a disporre il ricovero presso il Presbyterian Columbia University Medical Center. Una serie di controlli, recita una nota della segreteria di Berlusconi: «hanno escluso problemi di natura cardiovascolare». Il Cavaliere ora sta bene ed è stato dimesso, ma per precauzione resterà ancora a New York sotto controllo sanitario. Nulla di preoccupante, insomma.
Partito alla volta degli Stati Uniti il giorno dopo il suo ottantesimo compleanno, l'ex premier è andato negli Usa a seguire una terapia mirata dopo l'intervento al cuore subito in giugno. La notizia emerge dalle carte con cui i suoi difensori Franco Coppi e Federico Cecconi hanno chiesto e ottenuto lo stralcio della posizione di Berlusconi e il relativo rinvio dell'udienza nel procedimento Ruby ter che lo vede imputato a Milano. La richiesta è stata accettata dal gup Laura Marchiondelli che ha ricevuto le carte dell'istanza con allegati i documenti clinici che parlano delle condizioni di salute del leader di Forza Italia. I referti parlano di «scompensi pressori e flogosi»: cioè uno stato di infiammazione insorto dopo la sostituzione della valvola aortica effettuata al San Raffaele di Milano poco più di cento giorni fa. Sì allo stralcio, quindi, rispetto agli altri 23 imputati in quel processo; e sì al rinvio dell'udienza che però è stata già fissata per il 15 dicembre.
L'ex premier potrebbe approfittare della permanenza americana anche per sbrigare alcuni affari privati. Le sue condizioni di salute non destano particolari preoccupazioni sebbene sia stata soprattutto la famiglia a imporgli un ulteriore check up. Questo soprattutto in vista dei propositi del Cavaliere, intenzionato a tornare in pista e ributtarsi al centro del ring della politica.
L'agenda è fitta: c'è da combattere per la campagna referendaria per il No alle riforme e c'è da pensare alla Conferenza nazionale programmatica di Forza Italia. La kermesse, prevista per metà novembre, dovrà riconsacrare la leadership del presidente che, per l'occasione, vuole essere in forma. E in forma vuole pure il partito che dovrà lavorare pancia a terra per convincere gli indecisi sul referendum. Quella sarà la battaglia campale e l'ordine arrivato ai coordinatori regionali è stato quello di organizzare incontri e dibattiti per spiegare le ragioni del No.
Proprio il pollice verso alle riforme renziane contribuiscono, in questa fase, a tenere unita la coalizione del centrodestra, dopo la burrasca durante le amministrative.
La svolta è avvenuta il giorno prima del compleanno del Cavaliere con il summit a tre Berlusconi-Salvini-Meloni a Milano. Il patto sembra reggere soprattutto per il no secco alle referendum e per la rassicurazione che, se dovesse cadere Renzi, nessuno appoggerà un altro esecutivo che non votato dagli italiani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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