A unire gli appuntamenti centristi di oggi - a Milano con il debuttante Ernesto Maria Ruffini, a Orvieto con il navigato Paolo Gentiloni - non è l'utopia di un nuovo partito («Nessuno uscirà dal Pd», assicurano da entrambe le parti), ma una convinzione: «Con Elly non si vince».
A dargli voce con inusitata durezza è l'ex premier Romano Prodi, sponsor della scesa in campo dell'ex capo dell'Agenzia delle Entrate, che non cela più la propria insofferenza per la segretaria. «Da due anni - accusa dagli studi di Omnibus, intervistato da Alessandra Sardoni - il centrosinistra è muto. Muto sui programmi e sulle proposte per il futuro». Due anni, ossia il tempo della segreteria Schlein. La coalizione non esiste: «Non c'è mai stata una sola riunione di Pd e 5S su un solo problema concreto». E nel Pd, dice Prodi dando ragione a chi - da Gianni Cuperlo a Luigi Zanda - lo denuncia, «la discussione politica è assente».
Prodi ha le sue ragioni (una su tutte: Schlein, dopo averne incassato la benedizione, non lo ha più filato), ma l'analisi è condivisa sia dai cattodem riuniti da Graziano Delrio a Milano ad ascoltare Ruffini che dai riformisti di Libertà Eguale che si ritrovano oggi a Orvieto. «Giochini di corrente per far le scarpe a Elly», maligna Matteo Renzi. Ma in verità Schlein viene vista come un male inevitabile: «A meno di terremoti, lei vuole essere e sarà la candidata premier», dicono entrambe le fronde.
Certo, i terremoti in politica non si possono mai escludere, e così Prodi prova a puntare su Ruffini («Ma non lo lancio se no lo rovino»), mentre gli orvietani pensano che Gentiloni avrebbe molte più carte da giocare.
Il problema di oggi, però, è come «condizionare la linea, così ambigua e sinistrorsa» di Schlein, dicono i riformisti, per dare al Pd un profilo di governo ed arginare la subalternità al populismo e alle derive filo-russe di Conte o Landini. E come avere maggior peso contrattuale interno per ottenere più candidature, come prova a fare Delrio mettendo insieme pezzi di cattolicesimo di sinistra, dalle Acli a Demos.
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