Giuseppe Conte nell'occhio del ciclone. La desecretazione dei verbali del Comitato tecnico scientifico sulla gestione dell'epidemia di coronavirus in Italia ha portato alla luce una verità lungamente celata dalla segretezza (ora caduta) di quei documenti: sia a fine febbraio che a inizio marzo gli esperti della commissione avevano consigliato di chiudere le aree del Paese maggiormente colpite dal Sars-Cov-2 (Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, e le province di Alzano Lombardo e Nembro), istituendo di fatto diverse "zone rosse" nel Paese.
Per dieci giorni, però, il governo giallorosso non prese alcuna decisione: solo l'8 marzo, infatti, il Dpcm che limitava gli spostamenti tra le quattro Regioni. L'11, dunque, arrivava il lockdown e la conseguente serrata dello Stivale. Due giorni prima dell'avvio del lockdown nazionale, il Cts, invece, aveva consigliato all'esecutivo di chiudere solo la Lombardia e le altre province più colpite. Ma quel verbale, sostiene Conte, non sarebbe mai arrivato sulla sua scrivania.
"Se contro il parere del Comitato tecnico scientifico, Conte ha sequestrato 60 milioni di italiani senza avere necessità di farlo, sarebbe criminale", è l'affondo contro il presidente del Consiglio di Matteo Salvini. Il segretario della Lega, dunque, affonda il colpo contro i giallorossi: "Ora emerge, dopo mesi di silenzi e di bugie, che il governo prima non chiuse le zone rosse colpite dal virus come richiesto, e dopo chiuse tutta Italia senza un valido motivo […] Conte e compagni dovrebbero rispondere del sequestro di milioni di italiani e di un disastro sanitario, sociale ed economico senza precedenti".
Il Carroccio non è l’unica forza di opposizione a protestare con veemenza contro l’inquilino di Palazzo Chigi. Anche gli alleati di Fratelli d’Italia e Forza Italia, infatti, hanno alzato la voce contro il sedicente avvocato del popolo. "Le ultime rivelazioni sulla mancata istituzione della zona rossa nella Bergamasca nonostante le indicazioni contrarie del Comitato tecnico scientifico richiedono un immediato chiarimento da parte del governo", sostiene Anna Maria Bernini, capogruppo azzurra a Palazzo Madama. L’esponente di FI, dunque, aggiunge: "Palazzo Chigi deve spiegare inoltre un giallo sconcertante, ossia che il documento del Cts, fondamentale per arginare l'epidemia sul nascere, non sia mai arrivato nelle mani del premier. Com'è mai possibile? Chi lo ha nascosto?".
Duro anche Carlo Fidanza, capo delegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo: "Non avremo mai la controprova, ma probabilmente una decisione più tempestiva sulla zona rossa avrebbe potuto evitare migliaia di morti
e limitare di molto i contagi nella zona più martoriata dal virus. Indietro non si può tornare ma chi ha sbagliato si assuma le sue responsabilità e faccia mea culpa, senza continuare a giocare allo scaricabarile".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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