Cercasi centrodestra unito Forza Italia e Carroccio, prove tecniche di disgelo

Diplomazie al lavoro per non rompere l'alleanza Meloni avverte: «Insieme col patto anti inciucio»

Cercasi centrodestra unito Forza Italia e Carroccio, prove tecniche di disgelo

Roma - Prove tecniche di disgelo Lega-Forza Italia. Sebbene i rapporti tra i due leader siano ancora in freezer, tra azzurri e Carroccio si cerca di smussare. I segnali arrivano da entrambe le parti: Paolo Romani, di certo non un radicale e da sempre su posizioni moderati, manda un messaggio chiaro: «Non mi preoccupano le parole di Marine Le Pen; preoccupa di più l'uscita di Angela Merkel sull'Europa a due velocità. Io non sono così convinto che l'Italia sia nella serie A dell'Europa. Quindi o si cambiano le regole o quest'Europa non ha più senso». Musica per le orecchie di Salvini che ormai corre sul sentiero dell'euroscetticismo. Non che Forza Italia sposi la tesi dell'uscita dall'euro; infatti Romani spiega: «Salvini salta subito alle conclusioni dicendo fuori dall'Europa e dall'euro. Io dico che non è scontato e che vadano riconsiderate le condizioni della nostra permanenza nell'Ue». Insomma, un riavvicinamento al Carroccio che nasce da una consapevolezza: uniti si vince; si tratta solo di fare la sintesi. I sondaggi parlano chiaro: il centrodestra unito vale il 34 per cento, il Pd il 30 e il Movimento 5 Stelle il 27. Arrivare al 40 per un eventuale premio di maggioranza è a portata di mano. Perché buttare al vento questa occasione? La pensano anche molti leghisti. Magari non il leader che freddo dice: «Aspettiamo che gli alleati si schiariscano le idee»; però al proprio interno Salvini sente la pressione dei leghisti dialoganti: dal governatore lombardo Roberto Maroni a tutta quella base nordista che mal sopporta l'avventura nazionale. Maroni spiega: «Se si vogliono le elezioni anticipate a giugno, come la Lega vuole, bisogna fare i conti col fattore tempo: i tempi sono strettissimi, se non ci si muove subito, si va nel 2018. Anche perché quello che oggi può dire che si va elezioni è Silvio Berlusconi». Posizione condivisa da Bossi: «In Lombardia Maroni governa con Forza Italia, come si fa senza il partito di Berlusconi? L'alleanza va fatta per forza».

Anche Giorgia Meloni tende la mano a Forza Italia: l'alleanza si può fare ma occorre una «clausola anti-inciucio»; serve cioè «una dichiarazione formale di indisponibilità a fare accordi col Pd dopo le elezioni». E ancora: «Risolta la questione che riguarda l'euro e l'Europa, che per noi è centrale, sul resto non vedo grandi differenze. Tasse, sicurezza e famiglie: abbiamo visioni compatibili». Si lavora per ricucire; o per non strappare.

E pure Stefano Parisi dice la sua: «L'Europa ha sbagliato quasi tutto: ha pensato che il nemico fosse la Russia e sull'immigrazione ha abbandonato gli Stati mediterranei. Servono logiche completamente diverse». Mister Chili rilancia: ad aprile, a Roma, presenterà in pompa magna un suo programma e una sua squadra.

Ma se la sintesi non si facesse prima? «Con il proporzionale ognuno va per conto suo; a urne chiude si contano i voti e si stila un programma unitario sulla base dei rapporti di forza decisi dagli elettori». Il che a Berlusconi può andar bene: significherebbe allontanare l'ipotesi primarie.

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