Le chat infuocate dei dem: "E adesso cosa facciamo?"

Panico nel Pd sulle quote rosa: Letta cerca donne come capigruppo. Ma le correnti non ci stanno: "Fa il rottamatore?"

Il segretario del Pd Enrico Letta
Il segretario del Pd Enrico Letta

Enrico Letta è stato chiamato a rimettere ordine nel Partito democratico ma sembra che il suo arrivo abbia piuttosto generato il caos, rompendo gli equilibri che si erano formati negli anni precedenti. Ora ci vorrà tempo prima che le acque si calmino ma nel frattempo tra i dem è scoppiato il panico. Il detonatore dell'ennesima crisi di nervi al Nazareno è stata la prima intervista rilasciata da Enrico Letta al quotidiano il Tirreno a una settimana dalla sua elezione a segretario. Non un quotidiano nazionale tra quelli a maggiore tiratura ma la storica testata della Toscana, sua regione d'origine. Le geopolitica delle dichiarazioni non è mai stata così centrale in una discussione all'interno del Pd, dove ora nelle chat corrono interrogativi pieni di paura.

"Hai visto? E ora, che si fa?", si domandano spaesati i dem dopo aver scoperto del blitz di Enrico Letta su il Tirreno. Tutto nasce da una serie di collegamenti logici che spaventano alcune correnti del Partito democratico. Infatti, è vero che quella è la testata della regione d'origine di Enrico Letta, nato a Pisa nel 1966, ma è anche la testa d'origine di Andrea Marcucci, nato a Barga in provincia di Lucca nel 1965. In più, come se non bastasse, la stessa intervista è uscita anche sulla Gazzetta di Reggio Emilia, a casa di Graziano Delrio. Che sia un segnale forte? Il dubbio c'è, anche perché durante la conversazione con il giornalista, Enrico Letta spiega che i due capigruppo di Camera e Senato del Partito democratico dovranno essere donne.

"Certo, è un'entrata a gamba tesa. Ci ha spiazzato tutti. Da Parigi è tornato Enrico 'Matteo' Letta, è tornato un rottamatore...", dice un deputato dem. La bomba è ormai scoppiata, i senatori vicini ad Andrea Marcucci, da sempre amico intimo di Matteo Renzi, sono stizziti e si dicono pronti ad andare alla conta: "Vediamo, non è detto che Andrea non venga rieletto... E poi se il problema è la foto per la parità di genere, ma di che parliamo?". Ora è tempo di riorganizzare le idee per le correnti del Partito democratico, che Enrico Letta si sta divertendo a sparigliare e a confondere.

Ma perché il senatore interpellato dall'Adnkronos parla di "foto"? Il riferimento è proprio all'intervista, in cui Letta in un passaggio dice: "Quando sono arrivato ho detto che c'è un problema enorme di presenza femminile nel nostro partito: tre ministri sono uomini, io sono un uomo. Penso che per forza di cose due capogruppo debbano essere due donne. Non possiamo fare una foto di gruppo del vertice del partito e presentare volti di soli maschi".

Quindi è solo una questione di immagine la parità all'interno del Partito democratico? Così sembra, anche perché per Delrio e Marcucci, come spiega Enrico Letta, "non è una bocciatura. Sono fra le figure di maggiore rilievo che abbiamo, hanno lavorato benissimo e potranno tornare utilissimi in altri ruoli. Siamo intorno alla metà della legislatura ed è giusto lasciare spazio a due donne".

Ma se da un lato Enrico Letta di fatto sta imponendo due donne come capigruppo, dall'altra si tira indietro sui nomi da fare: "Non le indico io le capogruppo, le scelgano. Tutti mi hanno votato, quindi non c'è maggioranza e minoranza".

A Montecitorio il gruppo è articolato tra varie anime dem e le possibilità sono diverse da Paola De Micheli a Debora Serracchiani fino a Alessia Morani e Marianna Madia. Più complesso lo scacchiere dem del Senato, dove è forte la fronda di Base riformista. I più danno come nome maggiormente accreditato quello dell'ex ministro Valeria Fedeli.

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