"Che errore dire che l'islam non c'entra col terrorismo"

Demonizzare è sbagliato, ma certi principi illiberali diventano un veleno di cui si nutre la violenza

"Che errore dire che l'islam non c'entra col terrorismo"

Pubblichiamo stralci del discorso contro l'estremismo che il premier britannico David Cameron ha tenuto lunedì a Birmingham. È un discorso molto importante. Lo stesso Cameron aveva anticipato lo speech con un tweet: «Farò un importante discorso sull'estremismo - come possiamo affrontare la velenosa ideologia islamista così ostile ai valori britannici». E il discorso in effetti è stato potente: da leader occidentale, liberale e democratico ha denunciato la violenza dell'islamismo senza cadere nell'ipocrisia. Anzi ha detto che è stupido dire che l'Islam non c'entra con il terrore, perché purtroppo sono gli stessi terroristi che dicono di agire in nome dell'Islam. Cameron ha poi esposto le ricette dell'esecutivo per evitare che tanti altri giovani lascino la Gran Bretagna per andare a ingrossare le truppe dei terroristi dell'Isis in Siria e in Irak.

Sull'uscio di Downing Street dissi che questo sarebbe stato il governo di un'unica nazione, che avrebbe riunito il nostro Paese. Oggi voglio parlare di un elemento vitale di questa affermazione, di come insieme possiamo sconfiggere l'estremismo e costruire nello stesso tempo una società più forte e coesa. Il mio punto di partenza è il seguente. Di generazione in generazione abbiamo costruito qualcosa di straordinario in Gran Bretagna: una riuscita democrazia multirazziale e multireligiosa, che è aperta, diversificata, accogliente. Queste caratteristiche sono altrettanto britanniche quanto il mettersi in coda o parlare del tempo (...). È qui in Gran Bretagna che nel giro di una o due generazioni gente arrivata senza nulla può salire in alto per come il proprio talento consente. È qui in Gran Bretagna che si può ottenere il successo non malgrado la nostra diversità, ma proprio per la nostra diversità. Quindi, quando parliamo della minaccia dell'estremismo e della sfida rappresentata dall'integrazione, non dobbiamo parlar male del nostro Paese, perché siamo, senza ombra di dubbio, un faro nel mondo.

Il contributo dei musulmani

E quando discutiamo di questi argomenti non dobbiamo nemmeno demonizzare le persone che appartengono a delle particolari culture. Ognuna delle comunità che è venuta qui e chiama il nostro Paese la sua patria, ha fatto della Gran Bretagna un luogo migliore (...). So bene quali profondi contributi stiano dando in tutti i settori della nostra società i musulmani, orgogliosi di essere sia britannici sia musulmani senza che ciò crei conflitti o contraddizioni. E so anche qualcosa d'altro: so pure quanto odiate gli estremisti che cercano di dividere le nostre comunità e quanto aborriate i danni che arrecano. Come primo ministro, voglio lavorare con voi per combattere e sconfiggere questo veleno. Oggi voglio esporvi in quale modo (...).

Le radici del problema

Tutto ha inizio - e deve avere inizio - dalla comprensione della minaccia che stiamo affrontando e del perché la stiamo affrontando. Ciò che noi combattiamo nell'estremismo islamico è un'ideologia, una dottrina estrema. E come ogni dottrina estrema, è sovversiva. Nella sua accezione più estremistica, essa persegue la distruzione degli Stati-nazione per inventare un suo barbarico reame. E spesso sostiene la violenza per raggiungere questo scopo - in gran parte dei casi contro i correligionari musulmani che non sottoscrivono la loro visione malata del mondo. Ma non è necessario sostenere la violenza per aderire a certe idee intolleranti che sono capaci di creare il clima in cui prosperano gli estremisti. Idee ostili a valori liberali essenziali come la democrazia, la libertà e l'uguaglianza sessuale. Idee che attivamente promuovono la discriminazione, il settarismo e la segregazione. Idee, che come quelle della spregevole estrema destra, privilegiano una sola identità a scapito dei diritti e delle libertà di altri. E idee basate anche sul complotto: che gli ebrei esercitano un potere malefico; o che le potenze occidentali, d'accordo con Israele, stanno umiliando deliberatamente i musulmani, perché mirano a distruggere l'islam. In questa visione del mondo distorta, si arriva addirittura alle conclusioni che l'11 settembre sia stato in effetti ispirato dal Mossad per provocare l'invasione dell'Afghanistan; che i servizi di sicurezza britannici sapevano di quello che sarebbe accaduto il 7 luglio, ma non fecero nulla perché volevano provocare un contraccolpo anti-musulmano. E come tante altre ideologie che sono esistite in passato - sia fasciste sia comuniste - attraggono molta gente, specialmente i giovani. Dobbiamo cercare di capire perché esse risultino così affascinanti. Alcuni sostengono che ciò accade a causa di ingiustizie storiche e guerre recenti, o a causa di povertà e difficoltà. Queste argomentazioni, quelle che io chiamo giustificazioni per torti o ingiustizie subite, devono essere contrastate. Così quando alcune persone dicono «è a causa del coinvolgimento nella guerra in Irak che quelli attaccano l'Occidente» dovremmo ricordare loro che l'11 settembre - la più grave perdita di vita di cittadini britannici in un attacco terroristico - è accaduto prima della Guerra in Irak. Quando la gente dice che questi sono musulmani che hanno subito un torto e vogliono vendicarsi sui loro aguzzini occidentali, ricordiamo loro che dal Kosovo alla Somalia, paesi come la Gran Bretagna sono entrati per salvare persone musulmane dai massacri e che sono gruppi come l'Isis, Al Qaida e Boko Haram quelli che ammazzano i musulmani. Altri potrebbero dire: questo accade perché i terroristi sono spinti a compiere queste azioni dalla miseria. Ma ignorano il fatto che molti di questi terroristi hanno goduto appieno i vantaggi di avere famiglie ricche o hanno studiato in università occidentali (...). Dobbiamo essere chiari. La causa alla radice della minaccia che dobbiamo affrontare è l'ideologia estremistica stessa (...).

Dunque, questo è quel che stiamo affrontando: un'ideologia radicale che non è soltanto sovversiva, ma che può sembrare addirittura eccitante; un'ideologia che spesso ha fatto passare le persone dalla non-violenza alla violenza; che sta sovrastando le voci moderate all'interno del dibattito e che può riscuotere adesione per questioni identitarie e di mancanza d'integrazione. Dobbiamo rispondere a ciascuno di questi quattro punti. Se lo faremo, ne conseguirà il giusto approccio per sconfiggere questo estremismo. In autunno pubblicheremo una Strategia contro l'estremismo, specificando nei dettagli tutto quello che faremo per contrastare questa minaccia. Ma oggi voglio esporre i principi che adotteremo.

Cosa fare contro l'ideologia

(...) Dobbiamo contrastare il loro bigottismo e la loro intolleranza, aggressività e teocrazia con i nostri valori. Abbiamo nel nostro Paese un credo religioso molto chiaro e dobbiamo promuoverlo con maggiore fiducia. Qualunque sia la nostra provenienza, qualunque sia il nostro retroterra culturale, qualunque sia la nostra religione, ci sono cose che tutti condividiamo. Siamo tutti cittadini britannici. Rispettamo la democrazia e lo stato di diritto. Crediamo nella libertà di parola, nella libertà di stampa, nella libertà religiosa, nell'uguaglianza dei diritti a prescindere dalla razza, dal sesso, dalla sessualità o dalla fede. Crediamo nel rispetto delle fedi diverse ma ci aspettiamo anche che queste fedi sostengano lo stile di vita inglese. La nostra libertà ci deriva dalla nostra democrazia parlamentare. Questa è la casa che stiamo costruendo insieme. Sia che siamo musulmani, hindu, ebrei, cristiani o sikh, sia che siamo nati qui o all'estero, possiamo sentirci tutti parte di questo Paese e dobbiamo essere tutti uniti per sostenere i nostri valori con fiducia e orgoglio.

Le teorie del complotto

E facendo questo, dobbiamo sconfiggere assieme le assurde teorie del complotto degli estremisti. Il mondo non cospira contro l'islam; i servizi di sicurezza non stanno dietro agli attacchi terroristici; il nostro nuovo servizio di prevenzione per lo scuole non è inteso a criminalizzare o a spiare i bambini musulmani. Questa è paranoia assoluta(...). Dobbiamo anche cercare di togliere fascino alla causa estremistica, in particolare quella dell'Isis. È un gruppo che butta giù la gente dai palazzi, la brucia viva, in cui (...) gli uomini stuprano bambine piccole e lapidano a morte donne innocenti. È feroce, brutale, un modo di vivere assolutamente ripugnante. Questo è il mio messaggio a ogni persona che qui in Gran Bretagna pensa di andarci. Non diventerai uno stimato membro di un movimento. Tu sei solo carne da macello per loro. Ti useranno. Se sei un ragazzo ti faranno il lavaggio del cervello, metteranno bombe sul tuo corpo e ti faranno saltare in aria. Se sei una ragazza ti metteranno in schiavitù e abuseranno di te. Questa è la realtà malata e brutale dell'Isis.

Islam

Ora il terzo asse della nostra strategia consiste nell'incoraggiare le diverse voci della comunità musulmana. Così come non ci vogliamo confrontare con gruppi e persone estremiste, incoraggiamo invece attivamente le voci dell'islam moderato. È un significativo cambiamento nell'approccio del governo, e di grande importanza. I governi passati sono stati troppo veloci nel rimuovere l'aspetto religioso dall'estremismo islamico. Ciò è comprensibile. Ma non si dirà mai abbastanza chiaramente che questa ideologia non è il vero islam. E lo ribadisco anche oggi. Me negare semplicemente il collegamento tra la religione dell'islam e gli estremisti non funziona, perché questi ultimi si auto-identificano come musulmani. Questo accade da Woolwich alla Tunisia, da Ottawa a Bali, questi assassini vomitano tutti la stessa narrazione distorta, quella che rivendica di basarsi su una determinata fede. È stupido negarlo. E può anche diventare pericoloso. Negare che questo abbia qualcosa a che vedere con l'islam significa togliere forza alle voci critiche dei riformisti, le voce che vogliono contrastare la base delle scritture su cui gli estremisti rivendicano la loro azione. Non possiamo rimanere neutrali in questa guerra ideologica. Dobbiamo sostenere chi condivide i nostri valori. E questa è la mia offerta. Se siete interessati alle riforme, se volete combattere gli estremisti in mezzo a voi, se volete costruire una narrazione alternativa o se solo volete proteggere voi stessi e i vostri ragazzi, siamo con voi e vi sosterremo con aiuti pratici, con fondi, con campagne, con protezione e rappresentatività politica.

Conclusioni

La nostra strategia deve puntare alla costruzione di una società più coesa, in modo che più persone si sentano parte di essa e perciò meno vulnerabili di fronte all'estremismo (…). E so che fino a che l'ingiustizia resterà – che sia razzismo, discriminazione o nauseante islamofobia – si possa avere l'impressione di non essere parte della Gran Bretagna. Ma io voglio che sappiate: c'è un posto per voi e io farò tutto ciò che posso per supportarvi. Perciò io credo che possiamo vincere la battaglia della nostra generazione. Contrastando l'ideologia estremista, tenendo la testa alta e promuovendo i nostri comuni valori britannici. Contrastando l'estremismo in ogni sua forma, sia violenta che non violenta. (...) Certamente, le comunità musulmane giocano un ruolo cruciale. Siete parte della soluzione. Ma noi al governo dobbiamo affrontare i fallimenti, lavorando sull'estremismo nelle scuole. C'è bisogno che la polizia faccia progressi sul fronte del crimine e non lo segua e basta. C'è bisogno che le università si facciano sentire contro l'estremismo; che le emittenti tv diano spazi a varie voci; e che anche i provider Internet facciano la loro parte. Insieme possiamo. La Gran Bretagna non si è mai tirata indietro di fronte alla paura, all'odio e al terrore.

Ha sconfitto Hitler, ha sconfitto il comunismo e spazzato via gli attacchi dell'Ira. Ogni volta abbiamo affrontato aggressioni e tirannia. Ci siamo rifiutati di barattare i nostri valori e rinunciare al nostro stile di vita. Dobbiamo farlo di nuovo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica