Milano - Perse le tracce del libro di Matteo Renzi (doveva uscire a febbraio, poi a maggio, ora su Amazon è previsto per il 2030 e la Feltrinelli non sa dire quando sarà pronto), resta Matteo Renzi in persona a rappresentare se stesso, più nella veste di prossimo candidato premier (ma «nessuno ha fretta di andare ad elezioni» assicura) che di semplice segretario di partito. Eccolo ieri sera a Milano, a guidare la fiaccolata anti-Trump «in difesa del futuro», cioè per sostenere gli accordi internazionali sul clima da cui gli Usa si sono sfilati cancellando otto anni di amministrazione Obama sul global warming. E già che c'è, nel manifesto preparato dal Pd, il suo volto è vicino a quello di Barack Obama, il modello a cui si è sempre ispirato e a cui aveva fatto da anfitrione per la visita milanese: due ore di colloquio al Park Hyatt, con la gag improvvisata di passargli al telefono il presidente francese appena eletto Emmanuel Macron, anche lui ovviamente un amico dell'ex premier («Sono l'assistente personale del presidente Obama, glielo passo»). Poi Renzi superpresente in tg e talk show (5 ore tra citazioni e dichiarazioni in video in tre settimane, il doppio di Gentiloni, secondo un monitoraggio Emg), Renzi che apre l'assemblea degli industriali del tessile a Milano e lì annuncia che il premier - quello in carica - inaugurerà Pitti Uomo a Firenze. Un'agenda da campagna elettorale e non certo per le comunali, si lavora per obiettivi più importanti.
L'attivismo renziano ha solo un paragone nel Pd, l'altrettanto presenzialista Maria Elena Boschi, che almeno ha il ruolo di governo come giustificazione per le frequenti passerelle, ultima quella al Cottolengo di Torino. Più importanti sono, più è cruciale esserci con un ruolo ben visibile. A Taormina, per il G7 con i potenti del mondo e relative consorti, dopo aver aperto ufficialmente la settimana del summit a nome del governo, la Boschi ha sgomitato per ritagliarsi la parte di madrina durante l'evento, nonchè di organizzatrice dell'agenda delle first lady. Al punto che durante il G7, come ha raccontato il Giornale, era girata la voce di una collisione sfiorata tra la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio ed Emanuela Mauro, moglie del premier Gentiloni. Il momento di relativo appannamento della Boschi, nelle settimane successive alle dimissioni di Renzi e all'indebolimento del «giglio magico», è stato archiviato col ritorno di Renzi alla guida del Pd. E, per riflesso, anche la Boschi ha ripreso ad esercitare il suo potere a Palazzo Chigi, e fuori da lì. Anche per lei un'agenda fitti da impegni istituzionali.
L'incontro a Villa Taverna, residenza romana dell'ambasciatore Usa in cui era ospitata la famiglia Trump per la visita a Roma, con Ivanka Trump «per parlare di parità di genere, tratta degli esseri umani e violenza sulle donne». E cronache da Istituto Luce per la Boschi al Cottolengo di Torino. Su Oggi «il sottosegretario tra i bambini dello storico Istituto che aiuta le persone in difficoltà, è bellissima. E fresca di parrucchiere, è più bionda del solito».
Ricco di emozioni anche il reportage sulla Stampa, dove la Boschi «distribuisce sorrisi, ringraziamenti», coi bambini che al suo arrivo scandiscono Ma-ri-a-e-le-na quindi scattano in piedi e intonano l'inno». Lei, oltre ai sorrisi, distribuisce promesse: «Un bando da 3 milioni per il lavoro dei disabili». Non c'è fretta di votare, ma meglio portarsi avanti.
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