Quel colpo impossibile a prova di cospirazione

Si moltiplicano le teorie del complotto: l'attentato a Trump resta un unicum nella Storia

Quel colpo impossibile a prova di cospirazione
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Per i complottisti l'attentato a Donald Trump rappresenta la summa della cospirazione occulta. Non tanto per come si è sviluppato, ma per il finale: una ferita all'orecchio da codice verde al pronto soccorso. Ognuno insegue il delirio che più lo soddisfa, ormai non c'è più fatto di cronaca o evento planetario che non si presti a letture farneticanti.

Esistono precedenti, ma non così fortunati per la vittima. Papa Wojtyla fu centrato all'addome da Alì Agca in piazza San Pietro, salvandosi per pochi millimetri. L'agguato in piazza San Pietro fu il frutto di un intrigo internazionale che si sviluppava da Ankara a Mosca, però la conclusione (la salvezza di Giovanni Paolo II) fu attribuita in chiave soprannaturale alla Madonna di Fatima. Ci sono, infatti, anche i miracoli a cambiare le sorti dei bersagli di un attentato. I libri di storia ricordano la scandalosa stella protettiva di Hitler che scampò a più tentativi di uccisione. Balza alla memoria Violet Gibson che nel 1926 mirò al volto di Mussolini, ferendolo di striscio al naso con una pistolettata. E, tra leggenda e realtà, si narra di pallottole ritrovate conficcate nel tacco dello stivale di Napoleone Bonaparte al diradarsi del fumo sui campi di battaglia.

Non è facile ricordare attentati analoghi a quello avvenuto a Butler ai danni del 45° presidente degli Stati Uniti d'America. Il cecchino inquadra la testa dello sfidante di Biden, lascia partire il colpo e il proiettile sibila bruciando un pezzetto di cartilagine dell'orecchio destro. Un combattente della Prima guerra mondiale, graziato da un analogo intervento divino, avrebbe raffigurato la sua esperienza in un ingenuo quadretto di legno da appendere tra gli ex-voto in qualche santuario mariano.

La buona sorte del milionario americano è qualcosa di unico e irripetibile. Un gioco bizzarro del fato, un epilogo circoscritto che mai potrà ispirare romanzieri o autori di racconti gialli o serie tv. Nessun lettore/spettatore potrebbe accettare logicamente la storia di un proiettile indirizzato alla testa, sanabile con pochi punti di sutura in ambulatorio. Il colpo di striscio che ferisce il protagonista, in qualsiasi film, è sempre sulla spalla o sull'avambraccio. Una fucilata al capo, anche dalla lunga distanza, potrebbe fare scempio in qualsiasi punto. Tranne lì.

E chi ci aveva mai pensato?

Nell'archivio della storia entra di diritto anche l'orecchio sanguinolento di Trump. Un segno del destino - l'incolumità del candidato presidente - che nei prossimi anni rivelerà il suo misterioso disegno.

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