Questo Picasso è autentico? No, però piuttosto tu, o lettore, sei una persona autentica. Ma quanto è autentico questo posto! E io, che scrivo, sono autentico? Dipende da quello che sto per dirvi, magari quando avrete finito di leggere andrete a cercare se ho detto qualcosa di autentico o meno. Per farvela breve authentic è la parola dell'anno scelta dal Merriam-Webster, il più importante dizionario Usa. Ovvero la parola più usata, la parola più cercata, e ci sono molti motivi autentici a pensarci. Il motivo principale è che viviamo nell'era delle fake news, e quando si legge qualcosa si va a cercare se è autentico o meno (cosa che serve a poco, perché se qualcuno vuole farti credere che la sua notizia falsa è vera la definirà autentica). Non per altro la seconda parola scelta dal Merriam-Webster è deepfake, che è quando vi capita di vedere un video con un personaggio noto ma anche lì non sapete se è autentico o meno, potrebbe essere generato dall'AI, ovvero dall'intelligenza artificiale. Certo, se vedete vostra nonna che bacia appassionatamente Tom Cruise non avete dubbi sul fatto che sia un video non autentico (credo), ma già se uno non conosce vostra nonna va a cercare se è autentico, insomma chi è quella vecchia signora? Perché bacia Tom Cruise? Perfino la dichiarazione video di un politico non è certo sia autentica.
Insomma, il senso è che negli Usa, ma anche da noi in fondo è così, c'è una crisi di ciò che crediamo vero. Proprio quando è importante saperlo, per farsi un'opinione sulle cose: quella tal notizia su quel nuovo virus è autentica? Quel video su quella guerra è autentico?
Una cosa paradossale è invece un'altra: tra i più grandi fan della parola autentico c'è Elon Musk, il quale in nome dell'autenticità, su X, ex Twitter, ha reso la spunta blu dell'autenticità a pagamento, e chiunque se la può comprare. Musk ha dichiarato che «tutti devono essere autentici», eliminando il processo di verifica (e ti credo, ha licenziato più della metà dei dipendenti) e rendendolo un abbonamento. Per cui a un certo punto il New York Times o il Papa erano senza spunta blu, mentre l'utente con tre follower sì, era certificato, autentico.
Da quel momento X si è riempito di utenti certificati, autenticissimi, con la spunta blu, che spesso usano anche un nickname, cioè un nome falso, non autentico, perché pagano quegli 11 dollari al mese per sembrare autentici. Ecco, credo che la morale della favola sia questa: essere autentici costa circa 11 dollari.
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