La coda di vacanze natalizie è salva per una pattuglia di componenti del Copasir. Il comitato parlamentare per sicurezza della Repubblica si riunirà lunedì 6 gennaio alle 14 per l'audizione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano sull'arresto in Iran della giornalista Cecilia Sala. Lunedì e non prima. Nonostante Mantovano, al termine del vertice di giovedì sera a Palazzo Chigi con il premier Giorgia Meloni e i ministri Tajani e Nordio, avesse dato la disponibilità a «riferire subito», già nella giornata di venerdì, davanti al Copasir. Purtroppo la mossa di Mantovano coglieva di sorpresa i parlamentari. Vacanze finite in anticipo? Alcuni erano fuori sede. I tempi sarebbero stati strettissimi per organizzare l'audizione: il pre-avviso della riunione sarebbe partito nella serata di giovedì intorno alle 22 per una seduta da tenersi l'indomani. Almeno cinque componenti su dieci del Copasir avrebbero dovuto dare forfait. Ecco che, di comune accordo, senza aprire un caso politico, Copasir e Palazzo Chigi hanno deciso di convocare la riunione per il giorno dell'Epifania, consentendo a tutti di essere presenti senza annullare lo scorcio di ferie. Un esponente di maggioranza al Giornale fa notare: «Certo le opposizioni gridavano, volevano essere coinvolte e poi quando il governo ha dato disponibilità al Copasir è venuta meno l'urgenza».
Però va detto, che tra i commissari assenti (in giro per il mondo) ce ne sarebbe anche qualcuno del centrodestra. Chi sarebbero gli assenti? È qui che inizia il giallo che il Giornale prova a svelare. Il presidente del Copasir Lorenzo Guerini chiude subito il caso e getta acqua sul fuoco: «La data è stata concordata con Mantovano, sentendo tutti i membri del Comitato che dovevano essere messi nelle condizioni di poter partecipare. Non c'è mai stata alcuna convocazione per oggi (ieri)» - precisa al Giornale il presidente del comitato. Il caso per Guerini non c'è mai stato. Certo la convocazione ufficiale sarebbe partita solo in caso di disponibilità da parte di tutti i commissari. Disponibilità che evidentemente non ci sarebbe stata. Al Giornale un commissario ammette: «Con tutti i parlamentari in giro per il mondo sarebbe stato impossibile riunire oggi (ieri) il Copasir con un preavviso alle 22 di sera». Ritornando al giallo. Chi erano i commissari fuori sede? Lo staff del renziano Enrico Borghi avverte: «Non è il caso di Borghi, lui era pronto a tornare in ogni momento. Anzi siamo stati noi a chiedere di interrompere le vacanze». L'unico che mostra una prova inconfutabile è il calendiano Ettore Rosato, segretario di presidenza al Copasir: «Andate a controllare le mie storie Instagram, sono a Roma in Aula. Sono tra i pochi già a lavoro a Montecitorio». Prova inattaccabile. Un altro commissario (con la promessa dell'anonimato) ammette la difficoltà: «Certo con il preavviso di giovedì alle 22 sarei dovuto partire in auto di notte per essere a Roma in tempo per l'audizione». Viva la sincerità.
Alla fine tra smentite e minacce («Non vi permettete di mettere il mio nome» ci dice un commissario) passa il lodo «salva vacanze». Mantovano sarà in Copasir lunedì, nel giorno dei festeggiamenti della Befana. Dovrà relazionare sullo stato della trattativa in corso tra governo italiano e Iran per ottenere il rilascio di Cecilia Sala.
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