
C'è la data e ora è ufficiale: il 7 maggio inizia il Conclave per eleggere il nuovo Papa. Lo ha deciso la Congregazione dei cardinali, riunita ieri mattina per la quinta volta dopo la morte di Jorge Mario Bergoglio. E già nel pomeriggio di mercoledì prossimo si terrà la prima votazione, con relativa prima fumata. Dal giorno dopo saranno due gli scrutini, uno la mattina e uno il pomeriggio.
Il Conclave - dal latino «cum clave», ovvero, letteralmente, «chiuso a chiave» - inizia ufficialmente con la Messa votiva «Pro Eligendo Romano Pontifice», che sarà presieduta il 7 maggio dal cardinale Giovanni Battista Re. Dalla Cappella Paolina del Palazzo Apostolico, i cardinali elettori si recano in processione alla Sistina, invocando il canto del Veni Creator. Ciascun elettore dovrà emettere il giuramento. Poi, il maestro delle celebrazioni liturgiche, intimerà l'«extra omnes» (ovvero il fuori tutti) e la Sistina verrà chiusa a chiave.
Da quel momento, a presiedere il Conclave sarà il cardinale Pietro Parolin. Sia il cardinale decano Giovanni Battista Re sia il vice decano Leonardo Sandri hanno infatti più di 80 anni.
Si entra nel chiuso della Sistina, che già da ieri ha cominciato a cambiare veste. In primis viene posta una pedana di legno per evitare che si rovini il pavimento, vengono disposti i banchi per ciascun elettore, assegnati i posti con i propri nomi. Al via anche le operazioni di bonifica per evitare che ci sia qualsiasi fuga di notizia, visto il giuramento di segretezza che ciascun cardinale è tenuto a pronunciare.
A lavoro anche per la sistemazione dei cardinali elettori nella Domus Sanctae Marthae, le cui stanze vengono scelte per sorteggio. I cardinali non possono avere contatti con l'esterno; stesso divieto per cuochi e camerieri: personale selezionato che cucinerà per le porpore fino alla fumata bianca. I cardinali elettori verranno portati ogni giorno in Sistina a bordo di un autobus, in un tragitto completamente isolato. All'interno della Sistina le votazioni si svolgono in silenzio, secondo un cerimoniale antico. Dopo ogni scrutinio, le schede vengono bruciate, insieme a qualsiasi appunto. Non deve rimanere traccia alcuna. Il direttore della sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ha riferito che per le votazioni arriveranno tutti i cardinali. «Qualcuno di loro arriverà più tardi per motivi di salute, ma non sono arrivate dichiarazioni di assenza».
Le Congregazioni dei cardinali, intanto, cominciano ad essere sempre più partecipate. Ieri sono stati 180 i cardinali presenti, 110 gli elettori. Una ventina gli interventi, con al centro del dibattito «la Chiesa, il rapporto con il mondo, le sfide che si presentano e anche le qualità che dovrà avere il nuovo Papa per rispondere a queste sfide», ha riferito Bruni. «Gli interventi hanno affrontato anche altri temi, come l'evangelizzazione, il rapporto con le altre fedi, la questione degli abusi». Le Congregazioni continuano per tutta la settimana, mentre nel pomeriggio si tengono le celebrazioni in suffragio del papa defunto, i Novendiali.
Ieri è stato il cardinale Baldo Reina a presiederla. «Non può essere, questo, il tempo di equilibrismi, tattiche, prudenze - ha sottolineato durante l'omelia - il tempo che asseconda l'istinto di tornare indietro, o peggio, di rivalse e di alleanze di potere, ma serve una disposizione radicale a entrare nel sogno di Dio affidato alle nostre povere mani».
Per eleggere il nuovo Papa serve la maggioranza dei due terzi. In questo caso, essendo i votanti 135, servono 90 voti. Il cardinale Angelo Becciu ha fatto un passo indietro e non entrerà in Sistina.
Ma la questione apre comunque un dibattito. Il porporato sardo infatti potrebbe rappresentare l'ago della bilancia nella scelta del futuro Papa, tra chi lo ha sempre sostenuto e difeso e chi invece ne ha auspicato l'esclusione.
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