Dura presa di posizione degli artigiani nei confronti del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Per agganciare la ripresa "gli artigiani, si aspettano che finalmente prendano forma e abbiano concretezza le riforme annunciate dal Governo", avverte il presidente Giorgio Merletti all’assemblea di Confartigianato. "In cantiere c’è molto", riconosce al governo, ma non possiamo "accontentarci di qualche tweet pieno di entusiasmo". Insomma, dalle parole l'esecutivo deve passare ai fatti.
Confartigianato condivide la scelta del Governo "di partire con il processo di riforma costituzionale", e conferma "un giudizio positivo" su una riforma elettorale "che assicuri stabilità e forza al Governo". Non si può dire, dunque, che l'organizzazione sia ostile nei confronti del governo. Eppure muove una dura critica: basta parole, urgono i provvedimenti. Senza limitarsi ai soli annunci. E' necessario, avverte Merletti, "un complesso di riforme che vadano a risolvere i problemi pressanti dell’economia. Bisogna cominciare subito e dalla priorità assoluta: la riduzione del peso delle tasse. Per continuare poi sui fronti della burocrazia, del credito, del mercato del lavoro, delle infrastrutture, dell’innovazione, dei ritardi di pagamento della P.a".
Al Governo Confartigianato riconosce che "è vero, qualcosa si è mosso e si sta muovendo. In cantiere c’è molto: c’è il jobs act, c’è la riforma fiscale, c’è la riforma della pubblica amministrazione basterebbero questi tre argomenti per condensare la maggior parte delle attese degli imprenditori". Ma bisogna andare avanti, "non bastano tweet e libro dei sogni", se "la comunicazione è importante", dice Merletti, "non basta a chi", come le imprese, "nella realtà deve fare i conti con le tante cose che non cambiano nel Paese"; così "è proprio il contatto con la realtà che rischia di venir meno".
Ed è "profondamente sbagliata e dannosa per il Paese", avverte il leader di Confartigianato, "l’intenzione di fare a meno dei corpi intermedi della società. Nessun partito, nessun movimento, nessun leader può riuscire a cogliere la complessità di una società radicata e composita come la nostra senza accettare la sfida del confronto".
Artigiani e piccoli imprenditori sono preoccupati anche per un altro motivo: i numerosi "segnali discordanti" nei provvedimenti di politica economica: "È come se, in un’orchestra, ogni musicista suonasse un proprio spartito, diverso da quello di tutti gli altri", ed "il frastuono dell’orchestra rende sordi alle istanze che arrivano dal mondo produttivo e da chi lo rappresenta", dice Merletti: "Meno annunci, meno personalismi, meno ansie di protagonismo. Più attenzione alla realtà, maggiore ascolto, più cambiamenti concreti. Di questo hanno bisogno le imprese, di questo ha bisogno il Paese".
Merletti poi lancia un allarme: "Nel 2015 gli italiani pagano 29 miliardi in più di tasse rispetto alla media dei
cittadini dell’eurozona, 476 euro in più pro capite. Siamo al primo posto nell’Ue a 28 per crescita del peso delle tasse tra 2005 e 2015,+4,2 punti Pil; al settimo per livello della pressione fiscale, 43,4% del Pil nel 2015".
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