Giuseppe Conte (nella foto) non ci sta: «Ma quale spionaggio? Quello dei russi fu soltanto un aiuto umanitario». Ma se non è un «gioco al massacro» di sicuro è una vicenda che resta ingarbugliata. Il Cremlino attacca il ministro Guerini, i russi ci giudicano voltagabbana, prima amici e poi avversari. E dire che nel marzo 2020, in pieno lockdown, i rapporti Roma-Mosca, premier Giuseppi, erano idilliaci. Tanto che nella notte del 22 marzo 2020, a Pratica di mare atterrano dalla Russia 9 aerei cargo. La missione si chiama «Dalla Russia con amore». I bestioni russi però non scaricano mascherine, gel, medicinali. Di sicuro non soltanto quello. Dalla pancia del cargo escono militari che si mettono in marcia in piena notte verso Bergamo, in ginocchio dal Covid. Una parata che non passa inosservata ai nostri più stretti alleati della Nato. Washington è su tutte le furie.
Conte, ieri al Corsera, minimizza: «Putin mi offrì di mandare specializzati, visto che avevano grande esperienza per affrontato la Sars. Accettai. Nessuna attività impropria che abbia travalicato i confini sanitari, lo conferma anche la nostra intelligence». Ma non basta a diradare la nebbia attorno a una strana missione. Gli interrogativi, tanti, sono stati spiattellati ieri sul Riformista. Missione umanitaria o di 007 russi? Perché far atterrare il cargo a Pratica di Mare e non a Bergamo? L'aeroporto è militare e non soggetto a troppi controlli doganali. Perché l'ambasciatore russo a Roma Sergey Razov si rifiuta di consegnare la lista dettagliata del contenuto del cargo? Perché non viene aperto un van color crema che di certo non contiene mascherine ma apparecchiature elettroniche? La Russia si fa bella davanti al mondo intero: «Noi aiutiamo l'Italia, siamo potenti e siamo arrivati con i nostri militari direttamente in un Paese Nato...».
L'ira degli Usa è funesta. I rapporti Roma-Washington toccano i minimi storici. Tra il ministro Lorenzo Guerini e il segretario di Stato Usa Pompeo è gelo. Sufficiente la difesa dell'avvocato del popolo Giuseppi, «Era tutto ok?». Pare di no.
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