Il colpevole torna sempre sul luogo del delitto. E l'ex premier Giuseppe Conte (nella foto) non fa eccezione. Ieri era seduto tra i banchi della commissione d'inchiesta sul Covid, sono iniziate le prime audizioni a parenti delle vittime e medici. Il leader pentastellato avrebbe dovuto limitarsi ad ascoltare le critiche alla prescrizione domiciliare paracetamolo e vigile attesa («Sì, vigile finché non ti ammali...»), lamentare che «è stata rubata la dignità anche ai morti», riflettere su chi sottolineava come «i diritti del malato non fossero stati «granché rispettati». E invece, dopo lo sfogo contro le virostar che in tv avevano tenuto bordone ai divieti schizofrenici del governo, Conte ha rotto il silenzio con toni spiacevoli: «Da quando è iniziato il Covid quasi mezzo milione di sanitari è stato contagiato, centinaia di medici sono morti per curare anche i suoi familiari», ha detto l'ex premier.
Ma con quale coraggio parla di medici morti? Il nostro personale sanitario ha affrontato la pandemia a mani nude perché i Dpi e le mascherine disponibili erano state follemente regalate alla Cina, a Bergamo i medici visitavano a domicilio pazienti ormai spacciati indossando calzari e buste della spazzatura. I dati di mortalità e morbilità di medici e infermieri in pandemia furono i più alti dell'Occidente nonostante lockdown, green pass e obbligo vaccinale. Sono morti 380 medici e 90 infermieri, nei primi quattro mesi della pandemia quasi 14mila infermieri su circa 260mila si sono ammalati, i medici erano il 22% del totale dei casi nel settore sanitario. E non perché gli operatori fossero incauti, sprovveduti o particolarmente fragili. Indossavano mascherine farlocche, come aveva inutilmente avvertito il funzionario delle Dogane Miguel Martina e come dimostrano alcune recenti inchieste della magistratura: ad esempio i 900 milioni di mascherine sequestrate dopo un anno e mezzo all'ex commissario Domenico Arcuri, destinate alle strutture sanitarie e sdoganate allegramente in assenza di certificazione.
Anziché fingere di stare dalla parte dei sanitari, Conte dovrebbe spiegare alle famiglie dei medici e degli infermieri per quale motivo li ha mandati in guerra con le scarpe di cartone e giubbotti antiproiettile di carta velina. Lo hanno certificato persino i medici mandati da Vladimir Putin nella missione segreta From Russia with love, arrivata da Mosca insieme a 104 militari che hanno lavorato a Bergamo dal 22 marzo al 9 aprile 2020: «Il sistema sanitario non era preparato, l'aver affiancato ai medici in ospedale quelli in pensione con precedenti morbilità ha messo a rischio le loro vite», c'è scritto nel report sulla missione firmato da Natalia Yu. Pshenichnaya e Aleksandr V. Semenov e pubblicato su iimun.ru.
Ci sono anche documenti che provano come la Protezione civile fosse perfettamente a conoscenza del fatto che le mascherine erano
farlocche, c'erano certificazioni in bianco a società adesso sotto processo che servivano a sdoganare la merce in deroga, qualcuno si è anche arricchito alle loro spalle. Eccola, la verità che a Conte non piacerà affatto sentire.
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