Conte prenota il Tg3: patto con Lega e Fdi per il voto in Vigilanza

I 5s pronti ad appoggiare Agnes o Marano in cambio di poltrone

Conte prenota il Tg3: patto con Lega e Fdi per il voto in Vigilanza
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Nei mesi scorsi, raccontano, Mario Orfeo - collaudatissimo navigatore Rai - era seriamente preoccupato. Addirittura agitato: sentiva il fiato sul collo, sapeva che la sua testa e il suo posto alla guida del Tg3 erano una delle principali poste in gioco della trattativa sotterranea tra Giuseppe Conte e il centrodestra, sapeva che il Pd di Elly Schlein «non mi difende» e almeno un paio di candidati con le Cinque Stelle cucite sulla manica si scaldavano per occupare la sua poltrona. Poi, chi lo ha incontrato pochi giorni fa - dopo il patatrac del Cda e il salto della quaglia di Giuseppi, che sembrava segnare definitivamente il suo destino - lo ha trovato insolitamente sereno: «Ma sì, vedrai, tutto si sistema». E infatti, eccolo lì: sfilatosi con eleganza per conto proprio, prima di esser fatto fuori, e approdato sulla prestigiosa poltrona di direttore di Repubblica. Il residuo esercito Pd in Rai ora è nel panico, ma a Schlein di trattare con la maggioranza per salvare Orfeo non importava un fico secco. «Orfeo? Parlava con Franceschini, con Casini, con Renzi: certo non con noi», dicono i suoi. C'è chi nel Pd spera che provi a battersi per Elisa Anzaldo, unita alla segretaria dalla comune amicizia con David Sassoli e ora al Tg1. Ma in realtà la strada è tutta in discesa per un Tg3 contiano, che lascia il Pd a bocca asciutta in Rai. Ma per chi? Giuseppe Carboni, ex direttore del Tg1 promosso dal governo Conte e ora alla guida di Rai Parlamento, si pensava in pole position: ma ha due handicap: Conte non si fida del tutto perché lo aveva sospettato di avere un occhio di riguardo per il suo arcinemico interno Luigi Di Maio. E poi Carboni ha avuto la pessima idea di far causa alla Rai per «demansionamento» (lo avevano brevemente retrocesso nei sotterranei delle Teche Rai, dopo la rovinosa caduta di Conte) e il processo è in corso.

Dunque pare che resterà al palo (anche se c'è chi dice che potrebbe avere la direzione di Rainews): il nuovo favorito è Senio Bonini, vice direttore al Tg1. Il suo legame con Conte si è trasformato in salda amicizia quando i due si son ritrovati a passare insieme, pressoché soli, il lockdown: Bonini era corrispondente da Palazzo Chigi, Conte era (per chi avesse rimosso) premier. Lo racconta con accenti commossi lo stesso giornalista: «Ero l'unico cronista fisicamente presente a Chigi, in una Roma spettrale e tramortita, lavoravamo tra paura e incertezza ma l'importante era esserci e continuare a informare e cercare di rassicurare». Di qui le lunghissime interviste a ruota libera all'ex premier, che non ha dimenticato.

In cambio Conte voterà in Vigilanza, nel segreto dell'urna, la candidata di Fi, Simona Agnes, come presidente Rai? Un esponente Pd esperto del dossier spiega: «Conte ha interesse solo all'accordo con Meloni e Salvini. Se Giorgia vuole Agnes, si accoda.

Se no fa il killer per conto terzi: non vota, salva la faccia, e resta presidente il leghista Antonio Marano (che lui preferisce) come consigliere anziano». «Noi su Agnes non molliamo - dice da Fi Maurizio Gasparri - e in ogni caso, senza il voto a lei, in Cda non passerà nulla». Tg3 incluso.

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