Contro la droga serve anche la paura

Studenti dalla terza alla quinta superiore hanno potuto vedere attraverso fotografie, cadaveri di giovani coetanei deceduti a causa di diverse droghe dalla cocaina all'ecstasy

Contro la droga serve anche la paura
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Una particolare lezione dal titolo «Le dipendenze: danni fisici e psicologici», tenutasi presso l'Istituto Don Bosco, una scuola superiore paritaria salesiana di Padova ha sollevato diverse polemiche.

Studenti dalla terza alla quinta superiore hanno potuto vedere attraverso fotografie, cadaveri di giovani coetanei deceduti a causa di diverse droghe dalla cocaina all'ecstasy. L'iniziativa è stata organizzata in collaborazione con il Dipartimento di Scienze cardio-toraco-vascolari e Sanità pubblica dell'Università di Padova e il Dipartimento di Sanità pubblica, Medicina sperimentale e forense dell'Università di Pavia. Prevedibilmente, in una società degli opposti, bulimica di commenti immediati pur di esserci ancor prima di analizzare i fatti, subito c'è stato chi si è opposto considerando l'utilizzo delle immagini un approccio eccessivo, dannoso per adolescenti ancora in fase di sviluppo emotivo. Proviamo ad analizzare il fatto.

L'obiettivo del seminario era quello di catturare l'attenzione degli alunni di e far comprendere loro, senza filtri, le conseguenze devastanti delle sostanze stupefacenti. Dinnanzi a veicoli di morte sarebbe riduttivo e difficile non mostrare la morte stessa.

Tra l'altro, nel seminario durato 4 ore, sono stati mostrati anche altri danni delle sostanze stupefacenti e del loro spaccio in un excursus dai rischi fisici a quelli psicologici, fino a quelli legali.

Foto dure sicuramente, crude, dolorose ma reali come il rischio di morte o danni permanenti. Nulla può «valere dì più», le sole parole non basterebbero da sole. Da quanto riportato, ad oggi gli studenti che hanno seguito il seminario ne sono rimasti ben colpiti mostrando curiosità al problema ed interesse. Il loro commento credo sia l'unico da dover riportare. Non mi pare ad oggi di aver letto critiche da parte degli studenti stessi.

L' Osservatorio Europeo delle Droghe segnala un aumento del consumo di sostanze tra i minori in Italia. Secondo i dati del Ministero della Salute, nel 2023 oltre 300 persone in Italia sono morte per overdose, molte sotto i 30 anni. È fondamentale sensibilizzare tutti al problema e questo modello nel contesto specifico mi sembra il migliore. Vero che il confine tra impatto educativo e trauma psicologico resta sottile, ma se queste immagini forti sono accompagnate da un dialogo guidato, con esperti che aiutino a elaborare ciò che si vede il risultato non può' che essere positivo. A questa esperienza giusto aggiungere anche altro, come ad esempio testimonianze di ex tossicodipendenti o magari simulazioni interattive. Vedo molti più rischi nella quantità di materiale e contenuti accessibile attraverso i cellulari per gli stessi adolescenti rispetto ad una foto in obitorio ben contestualizzata e spiegata. Aiutare a distinguere tra il vero il falso oggi è più necessario di alcuni anni fa.

Da genitore elogerei una struttura che ha avuto il coraggio di mostrare la morte per quello che è. Di parlarne senza girarci intorno considerando quelle ragazze e quei ragazzi sufficientemente maturi e perfettamente in grado di capire il messaggio del seminario sicuramente anche attraverso l'innesco di una dovuta introspezione su una vita di scuola, di amici, di famiglia, di sogni ed aspettative, interrotte.

Proteggere le nostre ragazze ed i nostri ragazzi significa mostrare loro bene la realtà ed i rischi che ci circondano in maniera chiara esaustiva, considerandoli in grado di capire.

Una pasticca di ecstasy che uccide, un gioco o una curiosità alla cocaina finita male dopo una sera in discoteca non può e non deve essere raccontato come qualcosa di lontano, occasionale, raro, che tanto capita solo agli altri.

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