Il coraggio delle famiglie e la forza di Bibi. È il tempo delle sfide per l'anima di Israele

Il popolo ebraico dovrà affrontare lo strazio dei parenti delle vittime, gli attacchi dei nemici e la tentazione della vendetta

Il coraggio delle famiglie e la forza di Bibi. È il tempo delle sfide per l'anima di Israele
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Sarà una sfida. Sarà di nuovo una sfida senza pari per il popolo ebraico, e la affronterà dopo aver compiuto una battaglia eroica a seguito della peggior aggressione che la storia ricordi dopo la Shoah. Tornano uno a uno i rapiti: l'accordo è stato raggiunto solo perché Hamas ha dovuto accettare dopo aver subito una sconfitta incontrovertibile dai soldati di Israele e perché un alleato sincero si è finalmente affacciato all'orizzonte, il nuovo presidente americano Donald Trump.

Ma adesso, sarà una sfida, piena di amore e di accoglienza, affrontare uno a uno, giorno dopo giorno, per mesi, la sofferenza inaudita nelle mani delle belve, vedere nei loro occhi il buio delle gallerie, lo stupro, le botte, la fame, le malattie, il lutto di tutti. Giorno dopo giorno, sarà una sfida pari solo a quella dei giorni subito dopo il sette ottobre, quando Israele ha dovuto affrontare la strage delle famiglie abbracciate, bruciate, decapitate. Sarà una sfida per la società intera abbracciare di nuovo la disperazione senza remissione, quando alcune famiglie riceveranno solo delle spoglie torturate; una sfida, non trovare ieri i nomi dei propri cari nella lista, essere inchiodati alla seconda e alla terza fase. Sarà una sfida vedere alla tv le piazze palestinesi festanti che ricevono i terroristi liberati nello scambio, e distribuiscono dolci promettendo nuovi sette di ottobre. Lo sarà resistere al desiderio della risposta, della vendetta, della giustizia. Netanyahu dovrà affrontare molti momenti in cui Israele verrà provocato, durante il cessate il fuoco, dentro e fuori di Gaza. E questa sarà un' ulteriore sfida per il leader che ha resistito a cento pressioni e divieti: entrare a Gaza, a Rafah, sullo Tzir Filadelfi, e poi a quella di attaccare Hezbollah, e poi entrare in Siria, e poi di rispondere ai missili iraniani.. tutto gli era stato proibito, e tutto ha fatto lostesso scegliendo la sfida. E adesso inizia un nuovo periodo di resistenza su una nuova via strategica: è lo spostamento di obiettivo da Gaza a tutto il Medio Oriente con l'alleanza con gli USA di Trump, del progetto comune di battere il terrorismo in Medio Oriente, innanzitutto eliminando il pericolo nucleare iraniano. Netanyahu dovrà di nuovo stringere i denti di fronte agli attacchi nel suo Paese e fuori, di Ben Gvir e della sinistra, dovrà spiegare a chi lo accusa di aver alzato le mani che è Hamas invece ad aver perso le armi, la leadership, le gallerie, le case e tutte le strutture usate come basi armate, ormai residui smozzicati. Sarà accusato di sottoporre Israele al rischio che proviene dai terroristi liberati, ed è una preoccupazione reale, anch'essa una grande sfida. Ma questo è il Medio Oriente oggi. Lo sguardo va spostato da Gaza, non è sul sul suo stretto sentiero che si può fornire alla gente quel senso di sicurezza che dal 7 di ottobre è un orizzonte penosamente difficile da recuperare. La guerra contro il terrorismo suscitata dall'Iran deve essere riconosciuta come tale. Israele dovrà essere adesso nell'accogliere i suoi cari coraggiosa, compatta, solidale quanto i suoi soldati, che hanno rischiato e anche perduto la vita a Gaza spesso avendo in mente il sogno, come mi ha detto uno di loro di trovarsi di fronte combattendo, a un gruppo di rapiti, e di riportarli a casa. E' grazie a loro se oggi il mondo occidentale può ottenere il cessate il fuoco sognato, può godere della scelta di Israele.

Hamas è e sarà sempre jihadista, così come la maggioranza delle tribù Mediorentali: ma con la svolta odierna si cerca di inaugurare una nuova, larga strategia che da valore alla fiducia che l'alleato americano ha in Israele, e affronta il campo largo. No, l'Europa da tutto questo è assente. Non ha mai detto se i rapiti non tornano, Hamas vedrà l'inferno,

Adesso, quanto coraggio ci voglia, lo sanno solo le famiglie che aspettano i loro cari, e tutta Israele intorno.

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