Coronavirus in Africa, la Lega all'attacco: "Se rischio è reale chiudere i porti"

Dopo l'appello di Fratelli d'Italia per il blocco navale, anche il deputato leghista Eugenio Zoffili chiede al governo di "chiudere i porti ai migranti nel caso in cui il rischio di diffusione del virus dall’Africa fosse reale"

Coronavirus in Africa, la Lega all'attacco: "Se rischio è reale chiudere i porti"

Dopo la proposta del blocco navale arrivata dai banchi di Fratelli d’Italia al Senato, ora a chiedere al governo di chiudere i porti ai migranti e sospendere i voli dal continente africano in seguito al primo caso di coronavirus accertato in Egitto, è anche il leghista Eugenio Zoffili.

Per il deputato del partito di Matteo Salvini, presidente del Comitato Bicamerale Schengen, Europol e Immigrazione, il governo italiano dovrebbe rafforzare le misure di prevenzione contro la diffusione del Sars Cov-2. "In questi giorni di grave emergenza sanitaria occorre seguire lo sviluppo degli eventi con meticolosa attenzione, preparando di volta in volta contromisure adeguate ai nuovi rischi di contagio", ha scritto il parlamentare in una nota, soffermandosi sulla necessità di adottare particolari provvedimenti "nei confronti del continente africano, da dove provengono sempre più imbarcazioni cariche di immigrati verso le nostre coste".

L’appello al governo è quello di "alzare la guardia nei controlli sanitari sugli immigrati sia al momento dello sbarco, sia durante i periodi di permanenza nei centri d’accoglienza e CPR fermo restando che la soluzione, anche in questo caso, è la chiusura dei porti agli immigrati clandestini e la valutazione di una sospensione temporanea dei voli provenienti dal continente africano nel caso in cui il rischio di diffusione del virus dall’Africa fosse reale". "Nel frattempo – annuncia - sarà cura del nostro Comitato chiedere ai Ministeri competenti di monitorare la gestione delle misure sanitarie nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, al fine di ottenere in breve tempo una valutazione realistica dei rischi per l'Italia e per i suoi cittadini".

Non parla di immigrazione, almeno non in maniera esplicita, il ministro della Salute, Roberto Speranza, che oggi ha fatto il punto in un’intervista a La Repubblica assicura che per ora non servono misure di sicurezza ulteriori. L’Africa, per ora, non fa paura. "C’è solo un caso in un continente enorme, a noi molto vicino", ha detto il ministro. "La situazione, ha aggiunto, va valutata giorno per giorno con la massima serietà". Al momento, secondo il capo del dicastero, è sufficiente continuare con lo screening sui passeggeri, finora oltre 1,2 milioni, che sono transitati finora nei porti e aeroporti italiani.

"Per quanto riguarda voli e imbarcazioni che provengono dall'Africa, i controlli sono rigorosi come per chi proviene da altre parti del mondo", rende noto il ministro. Che chiarisce: "Al momento non ha fondamento scientifico prevedere altro". Sul lungo termine, rilancia, la strategia è piuttosto quella di "sostenere" a livello sovranazionale "i Paesi africani per mettere in atto misure di prevenzione e contenimento".

L’eventualità di una diffusione del coronavirus nel Continente Nero, intanto, preoccupa gli esperti. Per l’Oms sarebbe proprio l’Africa "l’anello debole della catena di sorveglianza". E se il virus si propagasse a sud del Sahara "la situazione sarebbe più drammatica che in Cina", ha avvertito nei giorni scorsi anche il fondatore di Microsoft, Bill Gates. Gli esperti italiani, però, rassicurano.

Il paziente egiziano "è stato immediatamente identificato e isolato", ha spiegato a SkyTg24 il direttore del dipartimento di Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità, Giovanni Rezza. "Se arrivasse in un Paese con una struttura meno forte, magari dell'Africa centrale – ha poi aggiunto - allora il rischio di diffusione potrebbe esserci".

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