Cortei pro Gaza e "anti sbirri" insultano Meloni, Bibi e Segre

Manifestazioni in tutta Italia una settimana dopo gli scontri di Pisa. Bruciate le foto della premier e di Salvini, contestata la senatrice a vita

Cortei pro Gaza e "anti sbirri" insultano Meloni, Bibi e Segre
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La giornata dei cortei pro Palestina a una settimana dalle «manganellate» che hanno infiammato lo scontro politico si chiude senza incidenti né cariche. Il timore era che potessero esserci infiltrazioni di frange di anarco insurrezionalisti che deviassero i cortei al di fuori dei percorsi concordati con le questure.

A Pisa gli studenti tornano in piazza ma questa volta il corteo, organizzato dal coordinamento degli studenti medi, è concordato con la Questura. Non ci sono attimi di tensione perché non ci sono blocchi, gli agenti della Digos monitorano a piedi il serpentone - circa 5mila persone - fino all'arrivo di piazza dei Cavalieri, la stessa che voleva raggiungere il corteo del 23 febbraio prima di essere respinto dalla polizia. Solo una volante della polizia alla testa della manifestazione che dura per quattro ore tra slogan contro le forze dell'ordine e la «repressione», contro i manganelli, e ancora contro Israele «assassino». Quando il corteo sfila davanti alla Questura i manifestanti al megafono chiedono le dimissioni del Questore per i fatti di sabato scorso. E nell'ambito dell'inchiesta aperta dalla Procura di Pisa per verificare l'operato delle forze dell'ordine e se ci sia stato un uso eccessivo della forza, sono finora sette i poliziotti che si sono auto-identificati come presenti in servizio quel giorno. Da domani potrebbe essere assegnata la delega alla squadra mobile per iniziare a interrogare i primi testimoni e altre persone informate sui fatti.

Nell'altra piazza sorvegliata speciale, Firenze, tra un migliaio di manifestanti anche una giovane rimasta ferita nelle cariche del 23 febbraio. «Mi hanno dato 20 giorni di prognosi ma sono in miglioramento, sto meglio. Sporgerò denuncia contro il poliziotto. Le cariche non solo erano sproporzionate, ma anche a freddo su persone ferme. Io in quel momento ho preso un colpo in faccia sotto l'occhio e sono stata portata via dall'ambulanza». Il corteo fiorentino parte dal consolato Usa, considerato un obiettivo sensibile e per questo transennato e presidiato, con i poliziotti rimasti a distanza dai manifestanti.

A Roma sono circa duemila, con alcune foto di Giorgia Meloni e Netanyahu coperte da impronte di mani rosse, ma anche di Elly Schlein e Matteo Salvini, accusati dai manifestanti di essere «complici del genocidio». Spunta un cartellone sulla senatrice a vita Liliana Segre: «Segre io ti stimo ma non sento la tua voce sulle stragi a Gaza». A Milano arrivano in 1500 alla manifestazione organizzata ancora dall'Associazione Palestinesi d'Italia. Slogan e le note di Bella Ciao, e dure critiche al presidente dell'Anpi di Milano Roberto Cenati, che ha annunciato le dimissioni perché in disaccordo sul termine «genocidio» per Gaza. Polizia e Carabinieri sono stati impiegati sin dalla notte scorsa a tutela degli obiettivi sensibili lungo il percorso.

Accendono la polemica politica le parole del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, sui manifestanti che avevano gettato della vernice rossa contro le pareti della Prefettura e un uovo pieno di colore che ha colpito anche il capo della Digos.

«Non accettiamo lezioni, in particolare da una destra di governo che quotidianamente utilizza le istituzioni democratiche per tornaconti di partito e per promuovere una chiara e mirata strategia della tensione - ha detto il sindaco - fatta di dichiarazioni volgari, strumentalizzazioni continue, mancanza di leale collaborazione tra istituzioni stesse». Sempre Bologna i manifestanti avevano anche bruciato le foto di Meloni, Salvini e Letta insieme al primo ministro israeliano.

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