Passa da una riunione all'altra Paolo Barelli, tra Palazzo Chigi, la Camera e il ministero dell'Economia, perché dopo aver partecipato all'incontro con Mario Draghi ora deve lavorare alle modifiche del testo, secondo le richieste del centrodestra. È in prima linea, il presidente dei deputati di Forza Italia, perché proprio a Montecitorio si discute la legge delega sul fisco.
Salvini e Tajani parlano di «ampia disponibilità» del premier: Draghi ha riconosciuto che qualche correzione al testo era necessaria?
«È stato un incontro chiarificatore e dimostra che nella riforma così com'è scritta ci sono dei coni d'ombra, delle ambiguità che vanno eliminati. Lo faremo in questi giorni per trovare una soluzione sui punti divergenti, insieme ai tecnici di Palazzo Chigi e del Mef, come ci ha detto il premier. E subito dopo Pasqua è auspicabile trovare l'accordo».
Che cosa avete detto a Draghi, riguardo alla tenuta del suo esecutivo?
«I rappresentanti del centrodestra di governo hanno spiegato che non c'è alcuna strumentalizzazione su questa riforma, né l'intenzione di porre ostacoli sulla strada dell'esecutivo, semplicemente nella nostra identità c'è da sempre la difesa del valore-casa e il no agli aumenti delle tasse. Draghi ci è sembrato abbia compreso le nostre ragioni».
In concreto, quali sono le obiezioni?
«Abbiamo sottolineato che nell'articolo 2 della delega fiscale rimane la possibilità di un incremento delle tasse per la modifica degli scaglioni fiscali a svantaggio di quelli oggi regolamentati da una cedolare secca, come per gli affitti e per l'acquisto di titoli di Stato. Draghi ha ammesso che la norma va scritta meglio. Secondo punto, l'articolo 6 sul catasto. Il centrodestra è a favore della lotta al sommerso e anzi vorrebbe incentivarla, ma il passaggio al sistema che fissa i valori catastali non più sulla base dei vani ma dei metri quadrati, per noi comporta un incremento delle tasse. Anche su questo punto il premier ha concordato che ciò non deve avvenire e ha dato mandato ai tecnici di valutare una possibile variazione del testo per scongiurare quest'eventualità».
Quando si concluderà l'operazione?
«Ci abbiamo lavorato dopo l'incontro, continueremo domani (oggi, ndr) e fino a Pasqua. Subito dopo, martedì o mercoledì, ci rivedremo con il nuovo testo sul tavolo per scongiurare le preoccupazioni che si sono rivelate fondate».
Lei oggi con chi si è confrontato?
«Quello avviato è un lavoro preliminare, iniziato al Mef con il sottosegretario all'Economia Federico Freni, non casualmente della Lega. Su indicazione di Draghi, ci confrontiamo appunto con la presidenza del Consiglio e con il ministero per mettere a nudo ogni problematica».
Ma il Pd e non solo, sostengono che avete fatto un'inutile passerella a favore di telecamere.
«Chi dice che abbiamo sollevato problemi in modo strumentale lo fa in malafede.
In colloqui informali, rappresentanti di altri partiti non di centrodestra della maggioranza hanno riconosciuto che c'erano questioni da risolvere nel testo. Non siamo certo noi a voler mettere in crisi il governo, forse fanno il tifo quelli che sollevano questioni sull'invio delle armi all'Ucraina e anche in quest'occasione ci attaccano, per dividere la maggioranza».
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