Il governo gialloverde sembra intenzionato ad assecondare l'Europa almeno sul recupero dell'Ici dovuto dalla Chiesa cattolica. Dalla sentenza della Corte di giustizia in poi, qualcuno si è messo a fare i conti con la calcolatrice: si tratterebbe di circa 5 miliardi di euro di arretrati. L'esecutivo guidato dal professor Giuseppe Conte avrebbe individuato una possibile soluzione nella "pace fiscale" tra Stato italiano e Vaticano. A sostenerlo è stato il Messaggero.
La Corte, pochi giorni fa, ha di fatto superato quanto disposto in precedenza, citando l'esistenza di "difficoltà interne" e obbligando il Belpaese a prendere una posizione. La Chiesa, insomma, deve versare il dovuto e l'Italia è chiamata a identificare una modalità per giungere a un adempimento pieno.
La "pace fiscale", quella presente all'interno della manovra economica oggi in discussione, potrebbe essere applicata in modo estensivo anche alle sei annualità dovute dalla Santa Sede. Il quotidiano citato ha elencato le ipotesi in campo: "rottamazione, definizione agevolata, taglio del capitale, sconto o annullamento di sanzioni e interessi legali e di mora". Ma la procedura, interessando almeno quattro istituzioni, potrebbe essere più complicata del previsto: il Vaticano, lo Stato italiano, i comuni e i commissari alla Concorrenza dell'Unione europea dovranno trovare una sintesi in grado di soddisfare tutti.
Un altro modo di arrivare al pagamento
potrebbe essere rappresentato dal cosiddetto "maxi sconto", che consentirebbe alla Chiesa di versare solo una parte del dovuto. Se ne discuterà. La sensazione è che il governo voglia davvero arrivare almeno a un compromesso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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