Berlusconi, esultando, lo aveva detto già dopo il primo round: «Forza Italia è andata molto bene. Perché molto del voto azzurro è inglobato anche nelle liste civiche». Questo era il ragionamento fatto con i suoi più stretti collaboratori lunedì 12 giugno ad Arcore, dopo l'esito del primo turno delle elezioni amministrative. A maggior ragione dopo il secondo turno la sua analisi viene confermata da uno studio dell'Istituto Cattaneo che si è posto una domanda: «Dopo i ballottaggi chi ha vinto di più?».
Una prima risposta è facile: hanno vinto le coalizioni di centrodestra e di centrosinistra posto che il Movimento 5 Stelle ha fatto flop. All'interno delle rispettive coalizioni, tuttavia, come sono andati davvero i rapporti di forza? Chi ha spuntato, per esempio, il derby di centrodestra tra Lega e Forza Italia? L'Istituto Cattaneo non ha dubbi: né l'uno né l'altro, hanno vinto le liste civiche. «Analizzando nel dettaglio la coalizione di centrodestra - si legge nell'analisi - emerge chiaramente come nella maggior parte dei 159 Comuni superiori siano state le liste senza simboli di partito a ottenere il miglior risultato». Ecco un po' di numeri: sul totale dei 159 centri, in 63 casi la lista più votata è stata una civica, pari al 39,6%. E su 70 Comuni vinti dal centrodestra in ben 29 la lista più votata è stata una civica. A conferma del progressivo scarso appeal presso i cittadini dei partiti tradizionali. Insomma, a vincere le elezioni sono state le «liste apartitiche».
Nel braccio di ferro tutto interno tra Berlusconi e Salvini è vero che il simbolo della Lega è più muscoloso di quello di Forza Italia. Il Carroccio, sempre sui 70 centri vinti, è stato il partito più votato in 23 casi. Gli azzurri, invece, hanno prevalso sui cugini in 17 città. Sventola più alta di tutti la bandiera di Fratelli d'Italia nella sola Pistoia.
Attenzione, però: utilizzare soltanto l'esito del voto considerando il consenso al partito sarebbe fuorviante proprio perché non si tiene conto della maggiore forza in campo, sparpagliata attorno ai «civici», spesso difficilmente collocabili. Civici che, in ogni caso, sono ben più attraenti agli occhi degli italiani come ben sa il Cavaliere che in più occasioni ha puntato su di loro ragionando così: «Vinciamo quando presentiamo programmi concreti ma soprattutto quando scegliamo candidati credibili, espressione non del professionismo politico ma della società civile». La battaglia per la leadership del centrodestra tra Salvini e Berlusconi, quindi, è una partita che va giocata con un terzo, sovente indefinito, giocatore.
Altro elemento da non sottovalutare. Se è vero che la Lega ha prevalso, se si conta il numero dei Comuni conquistati, è anche vero che il consenso di Forza Italia è ben più omogeneo su tutto il territorio nazionale: il Carroccio fa il pieno al Nord ma al Sud arranca ancora. E alle politiche si vota da Gorizia ad Agrigento.
L'Istituto Cattaneo, poi, evidenzia come sia stata determinante l'unità del centrodestra. La radiografia del voto dimostra che nei 108 casi in cui la coalizione s'è presentata compatta, quest'ultima ha vinto ben 52 volte; è stata sconfitta dal centrosinistra 37 volte, da liste civiche 14 e dal Movimento Cinque Stelle 5. Quando invece il centrodestra non ha trovato la quadra è stato sconfitto in 20 casi dal centrosinistra, in 3 dal Movimento 5 Stelle, in 4 da liste civiche. Ha invece prevalso solo in 13 città.
L'unità come valore primario, come spesso ammonito dal Cavaliere. Discorso inverso per il centrosinistra perché, laddove s'è presentato unito e allargato alla sinistra radicale, è stato sconfitto. Unito ha perso 56 volte contro il centrodestra, disunito soltanto 11 volte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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