L a riforma presidenziale è come l'Araba fenice, «che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa». La famosa citazione di Metastasio non a caso era molto cara a Bettino Craxi, il leader politico che, assieme al Francesco Cossiga «picconatore», andò più a fondo nella questione. Da allora, erano i primi anni '90, la malattia del sistema politico italiano l'ha ormai eroso dall'interno e quello che poteva essere un vaccino - il presidenzialismo - rischia oggi di arrivare troppo tardi. Resta tuttavia l'unica soluzione, per restaurare rappresentanza e decisionalità al sistema e in più, rispetto a quegli anni, per difendere la sovranità del paese. Per questa ragione salutiamo con soddisfazione che il centrodestra abbia riscoperto le virtù del presidenzialismo e che Fratelli d'Italia si accinga a presentare una proposta di legge. Il presidenzialismo potrebbe attuarsi, come ha proposto ieri ad Atreju l'ex presidente del Senato Marcello Pera, attraverso l'elezione di un'Assemblea costituente che rinnovi la Costituzione: un'idea condivisa nello stessa sede dall'ex giudice costituzionale Sabino Cassese. Nel nostro radicato e congenito pessimismo, non vorremmo tuttavia che l'Araba Fenice presidenzialista appaia casualmente solo in occasione del rinnovo del Quirinale, per poi di nuovo sparire per anni. È evidente infatti che una proposta presidenzialistica avrà senso solo se al Quirinale vi sarà qualcuno di non ostile a tale scenario: dopo Cossiga i successori hanno mostrato tutti una sensibilità piuttosto parlamentaristica, e infatti il presidenzialismo formale non è avanzato, mentre è obiettivamente aumentato il potere della figura presidenziale - cosa che conferma ancor più la necessità di una riforma di quel genere. Ora tra tutte i mille nomi in campo, non v'è dubbio che quello più orientato verso il presidenzialismo sia Silvio Berlusconi. Non solo a parole - con quelle, oggi lo sono tutti. Ma nei fatti, visto che se c'è qualcuno che ha introdotto il principio, gollista e democratico, dell'incarnazione del voto popolare in un leader, quello è il Cavaliere. L'ultimo presidente del Consiglio, ricordiamolo, a essere stato scelto dagli italiani. E che oggi, a giudicare dai sondaggi, risulta uno dei più graditi anche al Quirinale.
Come ha detto Renzi, ospite sempre ad Atreju, tocca al centrodestra, maggioritario nei Grandi Elettori, l'onore e l'onere di proporre un candidato e di cercare - seriamente - di farlo eleggere: e non può che essere il Cavaliere. Una svolta radicale e clamorosa che renderebbe più agibili riforme importanti, prima tra tutte quella presidenziale.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.