Cenere, come umiltà e purificazione prima della rinascita. Silvio Berlusconi che diventa polvere come il più piccolo e ignoto cittadino della terra. Lui che è stato famoso, ricco, potente, che di fama, ricchezza e potere si è sempre fatto un vanto perché venivano da lui e non dalla famiglia o da altri, da un uomo che si è fatto da solo.
La cremazione dell'ex premier conclude una parabola che simbolicamente ha al centro il culto del corpo, come esibizione di successo. L'imprenditore, perché allora non era politico né statista, all'inizio degli anni 90 si è fatto costruire dallo scultore Pietro Cascella il mausoleo nella villa San Martino di Arcore, ma ora per accedervi dovrà passare per il Tempio Crematorio Panta Rei di Valenza, provincia di Alessandria.
Lo farà oggi o domani, questione di ore, perché la legge impone di conservare fuori dai cimiteri solo urne di ceneri, non corpi. Non sappiamo quando e come è maturata la decisione in Berlusconi, se è stata libera o obbligata. Nella tomba faraonica con 36 loculi concepita per lui, la sua famiglia e i suoi amici fraterni, sembra che siano state trasferite recentemente con grande riserbo le ceneri dei genitori di Silvio, inizialmente seppelliti al Cimitero Monumentale di Milano.
Vittorio Sgarbi, però racconta altro: «Quando gli ho chiesto dove fossero i genitori, mi ha portato nella cappella tardo-barocca di Villa San Martino: sull'altare c'è un Giudizio di Procaccini e ai lati del dipinto le due urne. Il fatto che abbia risolto in quel modo per i genitori mi fa pensare che sia una soluzione che riteneva praticabile anche per sé». Il sottosegretario alla Cultura parla prima che arrivi la conferma ufficiale della cremazione di Berlusconi e forse non sa che, come si dice, le ceneri di Luigi e Rosa Berlusconi e della figlia Antonietta ora si trovano nel monumento di Cascella. Il sindaco di Arcore Maurizio Bono, confermando che la tumulazione nel mausoleo «tecnicamente non si può fare», aggiunge che invece «se lo cremano e vogliono trasferire l'urna cineraria ad Arcore, per noi non c'è problema, dev'essere comunicato dove viene trasferita e deve prenderla in consegna uno dei residenti in Villa San Martino, ovvero la signora Fascina o Pier Silvio Berlusconi».
Così andranno le cose, fa sapere in mattinata la famiglia. Silvio arriverà in cenere nella tomba che oltre 40 anni fa volle come segno della sua grandezza. «Non farmi una cosa mortuaria, fai qualcosa che inneggi alla vita», disse a Cascella.
E tra forme sferiche, piramidi, cubi, costellazioni celesti dal sapore futurista, bassorilievi di catene (simbolo della famiglia), frutta e fiori (simbolo di prosperità), c'è anche la sagoma di un telefono portatile, moderno strumento di potere.
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