I colloqui di pace tra russi e ucraini di Istanbul si sono chiusi con un nulla di fatto, dimostrando che la situazione sul campo è ancora talmente incerta che nessuna delle due parti vuole al momento cedere alle richieste dell'altra. E se gli ucraini non sono disposti a piegarsi alle richieste di Mosca, proseguono i tentativi russi di spezzare il fronte occidentale che alimenta la resistenza di Kiev: «Quando gli europei smaltiranno un po' del bourbon americano, e quando finalmente comprenderanno che siamo noi stessi che dovremo prenderci cura del destino del nostro continente, l'Europa ma anche l'Eurasia, allora giungerà il momento per riconsiderare le nostre relazioni e riprendere il dialogo». A dirlo alla tv russa, ieri, è stato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che ha attaccato anche la Nato: «Dicono che la Nato è un'organizzazione difensiva. Ma un kalashnikov è comunque un fucile d'assalto».
Un'Europa servilmente ripiegata su posizioni americane, incapace di una politica estera indipendente. Un'Europa, soprattutto, affiancata a Washington nel sostegno finora compatto all'Ucraina, uno dei più grandi errori di calcolo commessi dagli strateghi russi. E se la politica estera di Londra, da subito la più forte sostenitrice degli aiuti militari a Kiev, cominciati ben prima dello scoppio della guerra con attività di affiancamento e addestramento, non viene vista come una sorpresa da Mosca, diversamente viene valutata la posizione dell'Ue, finora compatta nel sostenere le sanzioni economiche verso la Russia e favorire gli aiuti militari alla resistenza ucraina.
Mentre il Cremlino ha parlato di sbronza europea, di un'ubriacatura che non favorisce gli interessi dell'Unione, anche la Cina non si è lasciata scappare l'occasione di criticare la politica estera di Bruxelles durante i colloqui bilaterali. L'invito a «perseguire una politica indipendente verso la Cina» è stato rivolto dallo stesso presidente cinese Xi Jinping, una indipendenza politica dall'America e dai suoi interessi. La Cina, che in apertura dei giochi olimpici invernali ha siglato con la Russia un'amicizia «che non ha limiti», che non ha preso le distanze dell'invasione russa, invita l'Europa ad abbandonare l'alleanza americana. Il presidente Xi Jinping attribuirebbe le cause del conflitto in Ucraina a questioni di sicurezza regionale, causate dall'espansione verso Est della Nato e quindi degli Stati Uniti. Abbandonate Washington, lasciate perdere le vecchie alleanze, il monito.
La risposta europea è stata compatta, con il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel che ha ribadito che Pechino «non può chiudere un occhio» verso la politica di aggressione russa, mentre la presidente della Commissione von der Leyen ha parlato di «posizioni chiaramente opposte», ricordando che il commercio cinese con l'Europa è circa 6 volte più grande di quello con Mosca. Un modo per dire che anche la Cina deve scegliersi bene le sue alleanze: un eventuale aiuto, con possibili sanzioni economiche, potrebbe essere molto doloroso per il gigante asiatico. DZam
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