Ci sono voluti due mesi esatti per vedere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il decreto aprile, poi maggio, infine Dl Rilancio. Principale risposta del governo italiano all'emergenza coronavirus, visto che impegna la gran parte della spesa per fare fronte alle conseguenze economiche della pandemia. In tutto 55 miliardi, tutti in deficit.
Poche le modifiche del testo finale. Molte le conferme per nulla gradite da una parte importante del mondo del lavoro. Ad esempio l'esclusione dei professionisti ordinisti dalla possibilità di usufruire dei contributi a fondo perduto. Avvocati, commercialisti e altri professionisti iscritti a un ordine professionale che hanno subito delle perdite a causa del virus, non riceveranno gli unici aiuti a fondo perduto previsti dal decreto.
Non sono state accolti nemmeno gli appelli dei commercialisti per un'altra proroga dei pagamenti fiscali oltre quella di giugno.
Su questi temi, in particolare il primo, le opposizioni ma anche Italia viva, hanno annunciato battaglia in sede di conversione del decreto. Un iter che si annuncia già molto complicato.
Per il momento il bonus da 1.000 euro resta confermato per i professionisti iscritti alla gestione separata Inps che hanno subito una comprovata riduzione di almeno il 33% del reddito nel secondo bimestre 2020 rispetto allo stesso periodo 2019, ma anche per i co.co.co che hanno cessato il rapporto di lavoro alla data di entrata in vigore del decreto. Confermato il bonus da 600 euro per aprile e maggio per i lavoratori dipendenti e autonomi non coperti da altre tutele e che causa Covid hanno cessato, ridotto o sospeso l'attività o il rapporto di lavoro.
Confermato il reddito di emergenza che avrà un valore tra i 400 e gli 800 euro, erogabile per due mesi con domanda all'Inps entro giugno. Spetterà alle famiglie con patrimonio mobiliare sotto i 10mila euro, fino ad un massimo di 20mila euro in base al nucleo familiare e con Isee inferiore a 15mila euro. Via libera anche al bonus per le colf : 500 euro ad aprile e maggio per i lavoratori domestici con contratti di lavoro superiori alle 10 ore settimanali, ma non conviventi.
Tra le misure entrare nel decreto nelle fasi più recenti c'è l'ecobonus e il sismabonus, cioè l'innalzamento delle detrazioni per alcuni tipi di interventi sugli immobili al 110%, con la possibilità di cedere il credito a intermediari finanziari.
Dal decreto sono scomparse molte micromisure che facevano parte delle richieste dei ministeri, come il fondo per i video giochi o il mini condono edilizio. Resta, non senza polemiche, il buono mobilità pari al 70 % della spesa sostenuta, fino ad un massimo di 500 euro per l'acquisto di bici, monopattini, hoverboard, segway o monowheel. Lo possono richiedere - una sola volta - tutti i maggiorenni che risiedono in comuni e città metropolitane con più di 50mila abitanti.
Le poste più rilevanti sono il rifinanziamento della cassa integrazione, ma anche l'unico vero taglio delle tasse arrivato nelle fasi finali del decreto, su pressione di Confindustria e delle altre associazioni di impresa: la cancellazione della rata di dell'Irap di giugno per tutte le imprese con ricavi non superiori a 250 milioni e anche per i lavoratori autonomi con compensi di pari importo.
In tutto la cancellazione della rata vale 3,9 miliardi di euro. Lo stato compenserà le regioni per il mancato gettito dell'imposta sulle attività produttive finanziando il sistema sanitario nazionale.
Alle scuole paritarie sono stati riconosciuti 150 milioni di euro: 70
milioni per le primarie e secondarie per le mancate rette di studenti fino a 16 anni, 65 milioni per le mancate rette della scuola dell'infanzia e 15 al Fondo nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione.
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