Dopo il calo delle nuove diagnosi di cancro determinato, nel 2020, dall'interruzione degli screening oncologici e al rallentamento delle attività diagnostiche, oggi si assiste alla ripresa dei casi. Un trend legato agli stili di vita scorretti, come il fumo, il consumo di alcol, la sedentarietà e l'obesità. Tanto che nel 2022, in Italia, sono stimate 390.700 nuove diagnosi di cancro (nel 2020 erano 376.600), 205.000 negli uomini e 185.700 nelle donne. Il più diffuso resta il carcinoma della mammella, seguito da quello al colon-retto, al polmone, alla prostata e alla vescica.
È l'allarme lanciato dagli oncologi riuniti ieri a Roma per la presentazione della 12esima edizione del volume «I numeri del cancro in Italia 2020», curato dall'associazione italiana di oncologia medica (Aiom), che sollecita il ministero della Salute ad applicare il piano oncologico nazionale per rafforzare la prevenzione, la diagnosi e la cura dei malati. Perché è innegabile che la pandemia abbia lasciato il segno e che, ad eccezione dell'abitudine al fumo di sigaretta che continua la sua lenta riduzione da oltre un trentennio, negli ultimi due anni i fattori di rischio comportamentali abbiano subito un peggioramento. Un dato preoccupante. Per il ministro della Salute, Orazio Schillaci, il 40% dei casi e il 50% delle morti oncologiche potrebbero essere evitate «intervenendo su fattori di rischio prevedibili, soprattutto sugli stili di vita». Ora che la fase emergenziale è passata il ministro traccia un bilancio degli effetti collaterali della pandemia, in particolare il forte rallentamento, e in alcuni casi dalla sospensione, degli screening oncologici, in particolare durante la prima ondata. «Queste interruzioni hanno determinato mancate diagnosi, un aumento dell'incidenza e della severità delle malattie oncologiche che credo sconteremo negli anni a venire. Dobbiamo recuperare in fretta i ritardi diagnostici, rafforzare la prevenzione primaria e secondaria», osserva Schillaci, sottolineando come la pandemia abbia messo in ulteriore risalto la fragilità dell'offerta sanitaria in alcune aree dell'Italia rendendo anche più evidente la necessità di intervenire e superare le tante diseguaglianze.
Intervenendo alla presentazione del volume, il ministro ha voluto inoltre ricordare l'importanza della vaccinazione contro il Covid per i pazienti oncologici per i quali, se non vaccinati, il rischio di decesso in caso di infezione è elevato.
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