Crosetto: "Serve rivedere la missione Unifil e le regole d'ingaggio"

Il ministro della Difesa insiste sull'applicazione della risoluzione 1701 dell'Onu: "Una zona cuscinetto per evitare un'altra guerra"

Crosetto: "Serve rivedere la missione Unifil e le regole d'ingaggio"
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Rivedere le regole di ingaggio e ripensare complessivamente la strategia per la missione Unifil. Questa, secondo il ministro della Difesa Guido Crosetto, la priorità in Libano dopo l'attacco di Hezbollah a Majdal Shams che ha ucciso 12 ragazzini e la possibile rappresaglia israeliana. Il pericolo numero uno tocca la sicurezza del personale italiano e internazionale, attualmente impegnato in un fazzoletto di terra diventato sempre meno sicuro.

Nello specifico, il titolare della Difesa chiede alla comunità internazionale di applicare la risoluzione 1.701 del Consiglio di Sicurezza: ovvero la creazione di una sorta di zona-cuscinetto tra la Linea blu e il fiume Litani, «senza armi se non quelle di Unifil e delle forze armate libanesi, negli ultimi anni non è stato così e ora non possiamo più far finta di niente». In questo modo sarà possibile impedire «una guerra devastante anche in Libano».

L'azione dell'Unifil, inoltre, dovrebbe essere diretta al disarmo dei gruppi armati presenti su suolo libanese, garantendo la protezione di chi si trova lì, tra personale, operatori umanitari e civili «esposti a una minaccia imminente di violenza fisica». Al momento la missione, guidata dal generale spagnolo Aroldo Lazaro, che ha preso il posto dell'italiano Stefano Del Col, è composta da 1.200 militari italiani, 350 mezzi terrestri e 6 aerei.

È datata 1978 la nascita della forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite, dopo la Risoluzione 425 del Consiglio di Sicurezza Onu all'indomani dell'invasione del Libano da parte di Israele nel marzo del 1978. L'attacco di Hezbollah alle Israeli Defence Force del 2006 innescò una nuova escalation, dopo la quale la Risoluzione 1.701 dell'11 agosto 2006 sancì la cessazione delle ostilità.

La situazione resta altamente complessa, come confermato anche dal ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib, secondo cui il governo non è in grado di controllare Hezbollah, per cui si dice certo che non verrà accettata dal Partito di Dio la richiesta di fermare il conflitto in corso. Dalla Casa Bianca giunge la condanna in maniera «assoluta» dell'orribile attacco di Majdal Shams condotto da Hezbollah e, al contempo, gli Usa ritengono che vi sia «ancora tempo e spazio» per una soluzione di carattere diplomatico.

Nel mezzo uno scontro che si fa sempre più vicino e dalle conseguenze imprevedibili, con le cancellerie internazionali che si stanno impegnando per una de-escalation nelle prossime ore. Ma alcune compagnie aeree hanno cancellato i voli verso di Beirut, a dimostrazione di poco ottimismo sull'esito della crisi.

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