"Cruciale capire chi sarà nel governo della Striscia. Bibi? Alla fine non cadrà"

Il politologo Ely Karmon: "Hamas ha sacrificato il suo popolo, per Tel Aviv prezzo alto"

"Cruciale capire chi sarà nel governo della Striscia. Bibi? Alla fine non cadrà"

«La mediazione di Biden e Trump è stata decisiva nei negoziati. Qatar, Hamas e Israele erano obbligati a seguire la loro linea». Sono parole nette quelle di Ely Karmon, uno dei massimi esperti di politica israeliana, analista dell'Istituto internazionale per l'antiterrorismo di Herzliya.

Il governo israeliano ha firmato l'accordo ma appare diviso...

«C'è un negoziato con Smotrich e si vorrebbe dargli in cambio il via libera per costruire più insediamenti in Cisgiordania. Anche con Ben Gvir c'è una trattativa. Ma se lascerà il governo, Netanyahu non cadrà perché ci sono 4 o 5 membri del partito di Sa'ar, il ministro degli Esteri, pronti a sostenerlo».

Gli israeliani cosa volevano?

«Che tutti gli ostaggi venissero liberati subito, ma Netanyahu ha deciso di farlo in più fasi, perché non vuole sottoscrivere che questa sarà la fine della guerra. Poi non sappiamo quanti siano vivi. Questo piano è stato approvato per permettere che sia implementato quando Trump arriverà al potere. Come quando vennero liberati gli ostaggi in Iran nel 1981. Carter aveva realizzato il negoziato, ma i prigionieri furono rilasciati il primo giorno della presidenza Reagan. Alcuni elementi radicali del governo di Israele però vogliono ricominciare i combattimenti. Quando il primo ministro del Qatar, invece, ha annunciato la tregua, ha fatto arrabbiare Al-Sisi, perché l'Egitto è più importante, è l'unica frontiera con Gaza eccetto Israele ed è sempre stato coinvolto nei negoziati con Fatah, Hamas e Anp».

Hamas è soddisfatto?

«Trapela che non lo è dei nomi dei suoi prigionieri che verranno liberati. La maggioranza verranno rilasciati in Cisgiordania, ma quelli che hanno sangue israeliano sulle mani, saranno espulsi verso l'estero. In passato, ad esempio, li ha presi la Turchia, forse potrebbe farlo anche il Qatar, che oggi ha i leader di Hamas sotto la sua protezione».

Che cosa rappresenta per Hamas la tregua?

«Hamas come sempre quando perde una battaglia, dice che è una vittoria. Il massacro del 7 ottobre è stato un pogrom peggiore di quello della guerra di indipendenza. Siamo già a un anno e mezzo di combattimenti. L'accordo di normalizzazione con l'Arabia Saudita è stato sabotato. Hamas ha sacrificato il suo popolo, ma il popolo non ha chiesto questo sacrificio».

Qual è il ruolo giocato da Trump?

«Trump vuole la pace a Gaza, come in Libano e in Ucraina, per concentrarsi sulla Cina. Vedremo nei prossimi mesi se Israele firmerà un'intesa di normalizzazione con Riad e se accetterà una partecipazione dei palestinesi nel governo di Gaza, insieme con Egitto, Giordania e i Paesi del Golfo. Poi Trump potrebbe volere un nuovo patto con l'Iran che è indebolito dalla guerra nel Libano e in Siria. Se gli iraniani non accetteranno: o gli Usa sostengono Israele nell'attacco o partecipano direttamente all'offensiva. Anche se penso che Trump non sia interessato a farlo. Trump invece vorrebbe fare delle concessioni a Putin, così che i russi in cambio facciano pressioni sull'Iran».

Sono così vicini Trump e Netanyahu?

«C'è stata una crisi quando Netanyahu ha mandato le sue felicitazioni per l'elezione di Biden. Netanyahu poi è stato invitato a parlare al Congresso e in quel momento c'è stata la riconciliazione. Molti evangelici ed ebrei votano per Trump e in questo momento non ha motivo di contrastarlo, se Netanyahu però si opporrà al suo piano di pace questo potrà essere un nuovo elemento di crisi».

Con la tregua, chi ha vinto e chi ha perso?

«Israele ha perso perché è stata una guerra lunga, molti i civili morti e più di 800 i soldati deceduti. Non è una vittoria totale, così come tenta di presentarla Netanyahu.

Ora il punto è capire se Israele accetterà la partecipazione palestinese nel prossimo governo di Gaza, come ad esempio di Mohammed Dahlan rifugiato negli Emirati. Non sappiamo quali dirigenti palestinesi saranno liberati, incluso Marwan Barghuthi, che potrebbero essere futuri leader. Non è ancora chiaro chi sarà scarcerato, dove e quale sarà il suo ruolo politico».

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