Via libera alla terza dose per over 80 e Rsa dal Comitato Tecnico Scientifico. Per gli operatori sanitari invece le somministrazioni saranno al momento indirizzate ai fragili ed ai più esposti. Ci sono ancora alcuni nodi da sciogliere rispetto alle categorie prioritarie considerate particolarmente a rischio e anche sulla tempistica.
Le dosi, circa 11 milioni, ci sono. Oltre 40mila immunocompromessi hanno già ricevuto il booster su una popolazione di circa 3 milioni di soggetti iperfragili e il via libera dell'Agenzia italiana per il farmaco, Aifa, è già nel cassetto da una ventina di giorni. Dunque il piano annunciato 5 giorni fa dal commissario all'emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, procede spedito.
Dal Comitato Tecnico scientifico arriva il parere favorevole per la terza dose destinata a over 80 e ospiti delle residenze sanitarie assistite. Il ministero della Salute è già al lavoro sulla circolare attesa a breve con le linee guida e le puntualizzazioni sulle procedure come è già stato fatto per gli immunocompromessi.
Nessun dubbio da parte degli scienziati sulla necessità di proteggere con un ulteriore richiamo gli over 80 anche perchè di solito afflitti anche da altre patologie croniche come il diabete o problemi cardiocircolatori dunque con un'alta probabilità di aggravarsi. Una valutazione che ovviamente vale anche per gli ospiti delle Rsa dove al rischio dovuto a condizioni patologiche si affianca quello conseguente al fatto di condividere spazi al chiuso con molte altre persone. Le Rsa infatti sono state le più colpite nella prima fase dell'epidemia.
I nodi che dovranno essere sciolti molto preso dal ministero rispetto alla terza dose anche per gli operatori sanitari erano già stati messi sul tavolo dall'Aifa che aveva dato l'ok a immunodepressi, trapiantati, malati oncologici, dializzati, anziani over-80, ospiti delle Residenze sanitarie assistite e appunto anche personale sanitario. Per quest'ultima categoria però le indicazioni sono quelle di valutare il livello di rischio rispetto all'esposizione all'infezione. Certo un medico che lavora in un reparto Covid o in emergenza è maggiormente esposto rispetto ad altri colleghi. Non solo. Si ipotizza di valutare anche la risposta anticorpale del singolo operatore sanitario per decidere i tempi della terza dose.
Le indicazioni generali fornite dall'Aifa raccomandano «almeno 28 giorni» dalla seconda dose per quanto riguarda i soggetti fragili e «almeno 6 mesi» dalla seconda dose per tutte le altre categorie.
Ma il ministero sta valutando anche l'opzione di partire a metà ottobre con la somministrazione unica sia per la terza dose anti Covid sia per l'influenza stagionale. Occorre attendere sia pronto il vaccino antinfluenzale.
Soddisfatto per l'andamento positivo della campagna vaccinale dovuto soprattutto all'effetto Green pass il ministro della Salute, Roberto Speranza. In Italia, osserva Speranza, sono aumentate «significativamente» le prime dosi di vaccino negli ultimi giorni. «I risultati della campagna di vaccinazione sono molto incoraggianti: siamo al 77,4% delle persone vaccinabili che hanno completato il ciclo».
Sono quasi 42 milioni gli italiani che hanno già ricevuto il richiamo e il ministro guarda soprattutto alle prime dosi perché significa che molti esitanti sono stati convinti ad accettare la profilassi. Speranza annuncia anche che il governo sta lavorando «per portare il nostro Paese ad avere maggiore livello di autonomia per il futuro nella produzione dei vaccini».
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