Pronto soccorso presi d'assalto, ricoveri in tilt, corsie affollate. Anche nella seconda fase della pandemia i pazienti affetti da Covid19 stanno assorbendo tutte le forze del servizio sanitario nazionale. Eppure a volte il ricovero non sarebbe necessario: la maggioranza dei positivi è asintomatica o ha sintomi curabili a domicilio dunque per assisterli è sufficiente il medico di base. Ecco quindi che per incentivare i pazienti non gravi a curarsi a casa arriva l'appello dell'infettivologo dello Spallanzani di Roma, Emanuele Nicastri che si rivolge ai «carissimi medici di medicina generale» con una serie di consigli su come assistere i pazienti Covid a casa.
1. CHI
Soltanto una minima percentuale dei pazienti ha sintomi tali da motivare il ricovero, tra il 5 e l'8 per cento.
2. I PARAMETRI
Per identificare chi ha bisogno del ricovero è necessario uno stretto monitoraggio dei parametri vitali. In particolare della saturazione periferica di ossigeno di base, accettabile sino al 95 per cento. Va monitorata anche la saturazione da sforzo sub massimale con il test del cammino di 6 minuti, accettabile al 93 per cento. Indicatori ottimali per il giovane adulto. Nel paziente anziano con altre patologie le soglie cambiano un poco verso il basso. Nicastri raccomanda di non allontanarsi troppo da quei valori.
3. I CONSIGLI
Mantenere attività fisica e non stare coricato a letto, meglio seduto. Curare l'alimentazione: frutta, verdura, spremute di agrumi, yogurt, kefyr, pesce di lisca, perché il possibile sforzo ventilatorio rappresenta per i muscoli respiratori l'equivalente di una maratona per i muscoli degli arti inferiori. Il paziente disteso a letto deve coricarsi a pancia sotto, pronazione. Perchè? Serve a reclutare bene gli alveoli polmonari senza la compressione esercitata dal peso della gabbia toracica. Meglio niente barba: compromette l'efficacia delle mascherine per il supporto respiratorio.
4. I FARMACI
Quali farmaci somministrare? Paracetamolo con febbre superiore a 38 o dolori articolari o muscolari senza superare le dosi massime terapeutiche: 4 grammi/24 hr ma in soggetti sottopeso anche meno. Tutto il resto della terapia in questa fase non ha alcuna evidenza scientifica anzi in alcuni casi è dannosa, avverte Nicastri.
5. IL CORTISONE
Nicastri sconsiglia l'uso del cortisone nei primi 7 giorni di malattia ed in particolare in assenza di desaturazione, perché in questa fase prevale la replicazione virale e il cortisone potrebbe ritardare o ridurre la risposta immune del paziente.
6. IL RICOVERO
Se il paziente desatura di base o dopo sforzo, allora il medico deve consigliare il ricovero. In questa fase il setting ideale è l'ospedale non il territorio.
È necessario eseguire esami ematici, TAC, RX o ECO toracica, emogasanalisi, e iniziare le terapie specifiche per questa fase che è caratterizzata da una iniziale risposta immune paradossa. Sarà poi il team ospedaliero a valutare se prescrivere cortisone, eparina a dose profilattica o terapeutica, ossigeno e Remdesevir come da indicazioni dell'Agenzia del Farmaco Aifa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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