Dal team di rivali alle riforme: le sfide che affronterà Draghi

Dal Recovery Fund ai vaccini, fino all'economia: il nuovo esecutivo dovrà fare i conti con nodi più o meno spinosi

Dal team di rivali alle riforme: le sfide che affronterà Draghi

Una pandemia da frenare, l'economia dell'Italia da risollevare, accelerare la campagna di vaccinazione, farsi trovare pronti per il Recovery Fund. Le sfide più importanti che si troverà ad affrontare Mario Draghi possono essere riassunte in questi quattro punti. Ma il nuovo governo dovrà presto fare i conti con tanti altri temi scottanti, direttamente o indirettamente connessi agli errori del recente passato.

L'obiettivo del governo Draghi

Draghi ha allestito un team di 23 ministri, formato da 15 personalità politiche e 8 tecnici. L'obiettivo principale dell'esecutivo italiano, se proprio dovessimo riassumere tutto in un unico concetto, è abbastanza evidente: traghettare l'Italia fuori dalla tempesta, al sicuro dall'instabilità economica e dalla diffusione del coronavirus. Una missione complessa, che richiederà il contributo di tutte le forze politiche.

Se è vero che ognuno sarà chiamato a fare la propria parte, è altrettanto vero che l'allenatore del team risponde al nome di Mario Draghi. Dunque, volessimo usare il gergo calcistico, toccherà all'ex presidente della Bce trascinare il Paese fuori dalla zona retrocessione prima che sia troppo tardi. Innanzitutto, come ha sottolineato Repubblica, poiché le battaglie da affrontare sono ostiche, e garantire la convivenza di una squadra formata da molti "opposti" è impresa ardua, il successore di Giuseppe Conte ha allestito uno scacchiere parzialmente tecnico.

L'esecutivo Draghi si affiderà alla collaborazione di un team di rivali. I rappresentanti dei partiti politici chiamati in causa avranno quindi il compito di lavorare spalla a spalla per disinnescare la bomba economica e sociale che grava sul Paese, limare il Recovery Plan e allestire le riforme rimaste in standby.

Lavoro di squadra

Insomma, Mario Draghi ci metterà la faccia, garantirà credibilità internazionale e farà in modo che il governo sia alimentato da una rivalità virtuosa. Anche perché l'agenda fitta di impegni, a cominciare dalle riforme, molte delle quali necessarie per adempiere al Recovery Fund. Questo compito toccherà ai "tecnici puri": da Colao a Cingolani, da Franco a Giovannini passando per Garofoli.

I più attenti avranno notato l'assenza di un Ministero ad hoc dedicato appositamente al NextGenerationEu e ai rapporti con l'Unione europea. Non è un errore. Draghi, semmai, ha voluto lanciare un messaggio preciso a Bruxelles: a quel fronte ci penso io. Partirà subito la riforma del precedente piano. Bisogna allestire il Recovery, colmando le lacune segnalate dalla Commissione, garantendo più investimenti e più riforme, e concedendo al tempo stesso corsie preferenziali ai progetti più urgenti. Accanto ai tecnici, troviamo i politici puri. A loro toccherà il compito di "riempire" le riforme tratteggiate dai tecnici con misure utili all'Italia.

Un'agenda fittissima

Dicevamo dell'agenda del governo Draghi. Il governo non si è ancora ufficialmente insediato, ma gli impegni sul tavolo sono già numerosi. Inanto la sanità: al netto della proroga relativa allo spostamento tra regioni (fino al 25 febbraio), è fondamentale accelerare sui vaccini. A proposito: il neo premier sta pressando l'Europa per ottenere un aumento delle forniture.

Tra le priorità sanitarie, inoltre, troviamo sia la creazione di un call center per gestire le prenotazioni che quella di una piattaforma digitale per smistare le varie dosi. Da un punto di vista tecnico, entro il 5 marzo dovrà essere approvato il nuovo Dpcm. C'è in ballo l'eventuale proroga del corpifuoco alle 22, la chisura di bar e ristoranti la sera, oltre a quella di cinema, teatri e palestre.

In ambito economico troviamo il Pnrr (da modificare e approvare), un decreto Ristori da realizzare e altre misure per frenare l'imminente arrivo delle 50 milioni di cartelle esattoriali. In merito alle cartelle, una possibile soluzione potrebbe coincidere con un emendamento al decreto Milleproroghe, così da allestire un disegno complessivo per affrontare la questione in maniera più dettagliata. Da non escludere neppure la rottamazione delle stesse, di una rateizzazione più conveniente o di uno scaglionamento degli invii diluito nel tempo.

Altri dossier

Ma sul tavolo – ha evidenziato La Stampa - ci sono anche altri dossier, tra cui la giustizia civile che rischia di minare la competitività del Paese, i cantieri da far ripartire e il calendario scolastico da organizzare. Guai, inoltre, a dimenticarsi delle crisi industriali di Alitalia e dell'ex Ilva, oltre al nodo Autostrade e al suo passaggio a Cdp.

Riflettori puntati sul "super Ministero della Transizione ecologica" per la svolta green dell'Italia, e per il piano da 32 miliardi da impiegare per arginare i licenziamenti. Il budget è stato autorizzato dalle Camere ed è pronto a entrare nel quinto Decreto Ristori. Durante le consultazioni, le parti sociali hanno chiesto a Draghi indennizzi capaci di compensare le perdite di fatturato subite dalle aziende nel 2020.

L'intenzione è palese: superare il meccanismo dei rimborsi collegati ai codici Ateco. Sul fronte della giustizia, l'esecutivo dovrà attuare due riforme chieste dall'Europa a garanzia dei fondi del Recovery: quella del processo penale e quella del processo civile.

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