D'Alema: "Renzi doveva dimettersi ​dopo le amministrative"

D'Alema: "La sconfitta di Renzi ha assunto proporzioni catastrofiche"

D'Alema: "Renzi doveva dimettersi ​dopo le amministrative"

"Non ho festeggiato" la vittoria del NO al referendum costituzionale. Lo assicura Massimo D'Alema, nel corso nel corso di Carta Bianca su RaiTre, ma ci credono in pochi.

L'ex premier in realtà gongola anche se dissimula. "I "rottamati" da Matteo Renzi, ai quali non è stata concessa neppure una disonorevole sepoltura, hanno dimostrato di essere in grado di combattere e di dare filo da torcere". L'ex premier ha invitato Renzi a "essere meno fazioso e a cercare di capire anche le ragioni degli altri". Inoltre, ha aggiunto D'Alema, "uno, dopo che ha preso tre-quattro sberle si ferma a ragionare".

"Nel No al referendum c'è la sconfitta di una parte del mio partito, è come quando segna il gol un ex, non si esulta normalmente se si ha un po' di stile", chiosa D'Alema. Che poi non crede nelle dimissioni di Matteo Renzi dalla guida del Partito democratico. "Il segretario deve unire il suo partito, cercare di capire le ragioni della sconfitta e preoccuparsi del Paese, se conferma le sue dimissioni certamente dovrebbe sostenere un altro governo", sottolinea D'Alema. Che continua: "La sconfitta di Renzi ha assunto proporzioni catastrofiche, per un errore ha interpretato il referendum come un voto politico tra il fronte del sì e del no. Renzi aveva detto che si sarebbe dimesso e lo ha fatto. Ma sarebbe stato ragionevole se si fosse dimesso dopo averci fatto perdere Roma, Torino e tante altre città. Lì ha perso come segretario del Pd. Il referendum è un referendum. Il governo è un'altra cosa".

Poi ancora una stoccata: "Ho letto dichiarazioni folli: "Ripartiamo dal 40%". Sono parole prive di senso. I voti del referendum non sono voti di Renzi. Il Pci nel referendum sulla scala mobile, era solo, prese il 45% dei voti. L'anno dopo alle politiche, prese il 27%".

Quanto al Pd, D'Alema spiega: "Se Renzi si dimettesse da segretario, si andrebbe a un congresso del Pd in un clima avvelenato.

Saggezza vorrebbe che si facesse una discussione seria nel Pd e si cercasse un terreno di ricomposizione. Altrimenti rischiamo, altro che di ripartire dal 40%...rischiamo una grave crisi. Noi siamo sconfitti. Lo siamo stati alle comunali e il Pd è stato trascinato alla sconfitta sul referendum".

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