Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha conferito alla Polizia di Stato la cittadinanza onoraria della Città di Palermo, consegnata ieri al prefetto Lamberto Giannini, capo della polizia - direttore generale della pubblica sicurezza, nel giorno del 29mo anniversario della strage di via D'Amelio in cui morì il giudice Paolo Borsellino. La cerimonia si è tenuta all'interno della Caserma Lungaro, a poche decine di metri da quell'Ufficio di polizia dal quale uscirono per l'ultima volta, il 19 luglio del 1992, gli agenti Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
«Borsellino pagò con la vita la propria rettitudine e la coerenza di uomo delle Istituzioni», ha detto ieri il capo dello Stato Sergio Mattarella. Ma come ogni anno la tragica ricorrenza ha alimentato lo scontro sulla verità dietro mandanti ed esecutori della strage. «Inaccettabile che non si sia arrivati a una reale ricostruzione dei fatti», dice il presidente del Senato Elisabetta Casellati.
«Perché fu archiviata l'inchiesta mafia-appalti che conduceva Borsellino pochi giorni dopo la sua morte? Lì c'è la spiegazione della uccisione del magistrato e della sua scorta da parte della mafia», dice il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, mentre il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra punta il dito su chi alla manifestazione di Palermo non c'era: «Stamattina io mi sono messo in macchina alle 11 per essere qui. Credo che anche altre istituzioni avrebbero potuto essere presenti, sicuramente avevano qualcosa di straordinariamente importante per non esserci», ha commentato l'ex grillino.
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